Elopement-wedding
Spread the love

Cosa significa elopement? Probabilmente ne avete sentito parlare in questi mesi di matrimoni annullati per Covid e altre tragicommedie familiari, ma non avete capito esattamente in cosa consiste. Ve lo spiego io, che l’elopement wedding l’ho fatto questo lunedì. Eh sì, dal 28 settembre sono una signora. 

 

Cosa significa elopement?

Si tratta di un matrimonio intimo, quella che – parliamo come mangiamo – in Sicilia si chiamava fuitina. Niente festa, niente partecipazioni, niente bomboniere, niente (o quasi) invitati. Solo gli sposi 2020, che di pensieri quest’anno ne hanno avuti fin troppi, che decidono di unirsi in matrimonio. 

Come avrete capito, molte coppie hanno scelto l’elopement wedding quest’anno, e come dargli torto? Organizzare un matrimonio con una pandemia di mezzo è stata una faticaccia. Certo, io e mio marito – uuuuuh – e tutte le altre coppie di sposi ci rendiamo perfettamente conto che ci siano problemi ben più gravi nel mondo in questo momento. Ma forse questo è proprio il motivo giusto per abbandonare le formalità e tornare all’essenza del significato di matrimonio: due anime che si uniscono per sempre, che si promettono amore eterno. Era questo, vero? 

Come siamo passati da un matrimonio tradizionale a un elopement in 4 mesi

L’ho raccontato nel mio saggio su Global Comment in cui parlavo della pandemia in Italia, della vita, della morte, di come i momenti di trauma collettivo ispirino un ritorno all’autenticità. Io e Carlo avremmo dovuto sposarci il 1 giugno 2020. Tutto organizzato, tutto pronto, abiti da sposi già comprati, sala da ricevimenti prenotata, chiesetta con vista sul mare, parenti sull’orlo di una crisi di nervi e tutto il resto appresso. Poi è arrivato il Covid. Arrivato in Italia esattamente il giorno in cui abbiamo fatto le pubblicazioni in municipio, perché qui se facciamo una cosa la facciamo per bene. Così il nostro matrimonio è stato annullato per Covid in grande stile. O meglio, rimandato all’anno prossimo. Con tanto di telefonate isteriche alla sarta e alla fioraia, partecipazioni rifatte in fretta e furia su Whatsapp, Benedizione Papale già arrivata a casa con la data sbagliata e – ancora – parenti sull’orlo di una crisi di nervi. 

Non è stata una tragedia. Solo una cosa che è successa a noi come a tantissimi altri sposi 2020, gli sposi sfortunati ci hanno chiamati, quelli il cui amore è stato messo a dura prova. Ma più passava il tempo, più ci appariva chiaro che rimandare il nostro matrimonio di un anno non aveva senso. Non era stata una decisione autentica. Non è stato il nostro amore, quello messo alla prova dalla pandemia, ma tutto il contorno. La festa, i vestiti, i fiori, e che fai, non balli col papà durante il ricevimento? Che fai, non inviti tutti i parenti fino alla settima generazione? Che fai, vuoi le foto con la mascherina?

Alla ricerca dell’autenticità

Più andavamo avanti nello slittamento dei preparativi, più cresceva in noi una frustrazione lontanissima dallo spirito di pura gioia che dovrebbe caratterizzare un matrimonio. Più sentivamo parlare dei rotolini presi in quarantenae meno male che lo avete rimandato il matrimonio, così avete il tempo di dimagrire – più cresceva in noi la sensazione che non volessimo sposarci col solo obiettivo di apparire belli e magri in foto. Più ci sentivamo dire quanto alcuni invitati fossero sollevati di non doversi accollare anche un matrimonio quest’estate –  dopo la crisi economica post lockdown, guarda, non era proprio il caso di andare a comprare un abito da mezzo stipendio per venire al ricevimento – più ci rendevamo conto che a un matrimonio si può andare anche col vestito da 30€ di H&M. Più si discuteva di questo benedetto matrimonio, più ci sembrava lontano da noi, inautentico e falso. Una scelta fatta per accontentare gli altri. 

Ma noi non abbiamo mai voluto sposarci per accontentare amici e parenti né per dare uno status sociale alla nostra relazione, non ce ne sarebbe stato bisogno. Volevamo sposarci perché volevamo sposarci. Lo so, è strano, ma è volte il motivo migliore per fare una cosa è semplicemente avere il desiderio di farla. E noi sentivamo questo desiderio montare in noi giorno dopo giorno, fin quando quel mio saggio sul matrimonio annullato causa Covid è apparso su un giornale americano e ha messo nero su bianco la nostra frustrazione. 

Elopement wedding, come si fa?

Era il 28 agosto 2020. Quel giorno abbiamo chiamato in comune, abbiamo avuto la conferma che le pubblicazioni dello scorso febbraio erano ancora valide. Se siete sposi 2020 e avete il dubbio, controllate: i mesi di lockdown hanno fatto slittare tutte le scadenze. Abbiamo fatto modificare l’iscrizione all’interno delle fedi, semplicemente Always, perché sì. Chi se ne frega della data. 

Abbiamo chiamato genitori e testimoni e detto loro che sì, ci saremmo sposati il 28 settembre. Il giorno del nostro ottavo anniversario. Quella data che fin dal primo momento è sempre stata per noi la data perfetta ma non andava bene. Il 28 settembre è lunedì, la scuola è già iniziata, la gente è al lavoro, vedrai che gli invitati non vengono. Problema risolto: non invitiamo nessuno

Il nostro matrimonio ai tempi della pandemia è stato un affare intimo, dolce, semplice. Eravamo in 7 nel municipio della città che in questi anni abbiamo chiamato casa. In 4 ci seguivano su Zoom, perché impossibilitati a spostarsi e per non mettere in pericolo i membri più fragili della nostra famiglia facendoli viaggiare. 

Io indossavo un abito da 20€ comprato ai saldi e un cerchietto di Bijoux Brigitte. Mio marito – uuuuuuh – indossava un abito che aveva già nell’armadio e un paio di calzini deliziosi. Sotto la scarpa sinistra avevo una moneta di 6 penny d’argento che mia sorella aveva ordinato per me dall’Inghilterra. Sul soprabito la spilla di nonna Gina, che mi ha cresciuta e sono certa ci guardasse da lassù. Forse tramite Zoom

Quanto costa un matrimonio intimo

Sposarsi in municipio non costa nulla. Letteralmente nulla. Forse i 50€ della sala comunale, perché quella gratuita è troppo stretta per poter applicare le misure anticovid. Potete andare in comune a sposarvi anche domani, se le pubblicazioni sono ancora valide e avete due testimoni maggiorenni disposti a venire con voi. Basta solo questo. 

L’abito da sposa principesco, la cena a 7 portate, le bomboniere di ceramica, la lista nozze e i bicchieri di cristallo – che poi dove li metto, stiamo in una casa arredata all’IKEA! – non sono indispensabili. 

Vi dirò cosa vi serve, invece, per un matrimonio con 15 invitati (o anche meno). Vi serve il coraggio e la consapevolezza della vostra scelta. Un matrimonio intimo e segreto, come lo è l’elopement wedding, farà storcere il naso a qualcuno degli invitati, e pure a qualcuno che non è stato invitato. Ma sapete quale altra reazione avrete? La gioia pura, istintiva e semplice di chi vi vuole bene. Perché se la pandemia del 2020 ci ha insegnato una cosa, è che l’affetto prescinde le distanze e i tempi. Che possiamo creare un modo di vivere nuovo, che abbia meno a che fare con gli abiti e le cene e le vacanze e più con i sentimenti e le emozioni autentiche. Quelle non si trovano in atelier e neanche in fondo a un piatto di spaghetti all’astice.