libro distopico J-card
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Partiamo da un concetto di base: questo libro non è per tutti. J-Card, la novella di Laura Scaramozzino sul junk food come metafora del privilegio è crudo, spaventoso, qualche volta nauseante. E questa è la forza di questo libro distopico, così come di molta della produzione dell’autrice. In particolare, in questo libro vanno evidenziati temi possibilmente triggeranti come l’abuso sui minori.

La trama di J-Card

Questo è un racconto breve, ambientato in un futuro distopico in cui il cibo è la moneta di scambio del privilegio. Chi è ricco riceve la tessera H, i più poveri la tessera J o appunto J-card, che sta per junk food. Alle persone meno abbienti è riservato solo il cibo spazzatura, ricco di grassi e di zuccheri, di conservanti e di sostanze dannose per la loro salute. Solo chi possiede la tessera H può accedere a una dieta sana e bilanciata, ideata dall’inquietante figura nota come Il Professore.

Il Professore aveva alzato le braccia e sorriso al mondo con la calma di un Budda che accoglieva un destino più grande del proprio. Non avrebbe salvato il mondo, solo una piccola parte. L’interesse della specie era al di sopra di quello individuale.

Da “J-Card” di Laura Scaramozzino

La distopia è un genere che amo particolarmente, ma solo quando è scritta bene. Per fare un paio di esempi, “Il Racconto dell’Ancella” di Margaret Atwood è una splendida distopia; così come “Farenheit 451” di Ray Bradbury. Perché funzionano? Perché ci mostrano un futuro spaventoso, non reale ma plausibile. Ci tengono sulle spine mentre pensiamo che tutto questo non potrebbe mai accadere nella realtà… oppure sì? E lo stesso fa Laura Scaramozzino usando in modo geniale il junk food come esempio della divisione della società. Ci sembra impossibile che succeda davvero, ma… forse sta già succedendo?

La nostra vita è un libro distopico, solo che non lo sappiamo

Sì, il mondo in cui viviamo somiglia molto a un libro distopico. Solo che la nostra sovrabbondanza di privilegi ci permette di ignorarlo. Per quanti problemi possiamo avere al mondo, se abbiamo un tetto sulla testa e cibo nella dispensa, siamo dei privilegiati. Riconoscerlo è importante, anche se potresti pensare che questo fa di te una brutta persona. Non lo sei: hai solo avuto fortuna nella giostra della vita. Nascere nel posto giusto, nella famiglia giusta, con il colore della pelle giusto non è una nostra scelta ma spesso ci salva la vita. E in effetti, se ci guardiamo intorno o appena più in là del nostro naso, scopriremo che la storia di J-Card viene vissuta quotidianamente da milioni di persone nel mondo.

Di più: la storia di J-Card potrebbe essere anche la nostra, se andiamo avanti così. Torniamo un attimo alla citazione dal libro distopico che ho divorato in un paio d’ore. Il Professore, che ha ideato il sistema delle tessere alimentari, lo fa con uno scopo preciso. L’umanità va salvata, ma non è possibile salvarla tutta. Così è necessario compiere una scelta, una divisione. I sommersi e i salvati, direbbe Primo Levi. La divisione ci suona familiare perché è realmente presente nel nostro mondo. I privilegiati, che anche in mezzo a mille difficoltà cascano in piedi; e gli svantaggiati che hanno pochissime e pericolosissime possibilità di salvezza.

L’elemento disturbante di una società troppo simile alla nostra

La sovrappopolazione è un tema fortemente sentito nella nostra società, che in questa novella Laura Scaramozzino scandaglia a fondo. Come si risolverà? Decideremo tutti di rinunciare a qualcosa o, come è più probabile, i privilegiati continueranno a salvarsi e gli emarginati a soccombere? E in fondo, non è già così? Anche io, che seguo per questioni di salute una dieta fatta di ricette senza glutine e senza lattosio, posso farlo perché una serie di privilegi me lo consentono.

  1. Sono nata in un posto del mondo in cui non c’è una guerra in atto.
  2. La mia famiglia di origine aveva un doppio stipendio e ha potuto nutrirmi correttamente dalla nascita.
  3. Io e mio marito riusciamo a fare la spesa ogni settimana.
  4. Ho tutti gli elettrodomestici disponibili per aiutarmi a cucinare cibi sani e nutrienti.
  5. Posso permettermi di mangiare fuori e scegliere le opzioni più salutari anche se costano di più.
  6. Non sono mai andata a letto con lo stomaco vuoto.
  7. Quella di morire di fame è la fine più improbabile che riesca a immaginare per la mia vita allo stato attuale.

E questo nonostante viva in una famiglia attualmente monoreddito e nonostante il vertiginoso aumento dei prezzi degli ultimi anni.

Chi vive già oggi in un libro distopico

Sembra facile, per chi vive come me, dimenticare che non tutti vivono così. Al mondo ci sono persone che hanno ricevuto la J-Card, anche senza sapere cosa fosse. Persone che non hanno un tetto sulla testa, una famiglia che li supporti, un lavoro. Persone che con il loro lavoro fanno fatica a pagare il tetto sulla testa e devono risparmiare su altro, come la spesa. E persone che di fame moriranno, dall’altra parte del mondo o sul marciapiede della bella città in cui vivo.

Qui entra in gioco la parte forse più disturbante del libro, per cui senza spoiler vi consiglio di prestare attenzione se siete sensibili ai temi del maltrattamento e degli abusi. Perché chi ha la tessera J ha lo stesso desiderio di vivere di chi ha la tessera H. E per farlo farebbe qualsiasi cosa, si sottoporrebbe a qualsiasi umiliazione. Proprio come nel mondo reale.

Una storia che meriterebbe più spazio

Proprio come quelli che ho citato, questo libro distopico breve crea un mondo pauroso perché verosimile. È davvero un peccato che questa storia si esaurisca in una manciata di pagine. So che si tratta di una scelta precisa della casa editrice e dell’autrice e la rispetto, ma non posso fare a meno di chiedermi perché questo non sia un romanzo.

Quanto avremmo bisogno di saperne di più su questa storia. Come si è arrivati a dar retta al Professore? C’erano voci dissidenti? In che modo si è svolta la suddivisione delle tessere? E soprattutto, c’è possibilità di salvezza per questa società del futuro che sembra così vicina? Spero che Laura Scaramozzino abbia l’occasione di raccontarcelo, perché ne varrebbe la pena. Forse ci aiuterebbe anche a capire come non arrivarci mai, in quella società distopica tanto disturbante.

Libro distopico

Si ringrazia la casa editrice 256 Edizioni per il gradito regalo. Il libro è disponile sul sito della casa editrice e online.

Laura Scaramozzino ha scritto molto altro, tra cui un romanzo distopico per ragazzi di cui avevo parlato qui.