Il romanzo familiare è da secoli uno dei generi più diffusi al mondo. Da Anna Karenina ai Malavoglia, da La Casa degli Spiriti alla saga dei Leoni di Sicilia, siamo affascinati dalle storie che raccontano chi siamo. Perché sì, leggere le storie di una famiglia come tante può aiutarci a capire la nostra. Tirare fuori i traumi e i rapporti di squilibrio e perfino le costellazioni familiari di cui non eravamo a conoscenza. Forse è per questo che la giovane autrice con cui ho dialogato oggi ha scelto proprio questo genere per il suo debutto in letteratura.
La debolezza della crudeltà: trama
L’improvvisa frattura nella famiglia di Giuseppe è un evento scioccante. Il susseguirsi di delusioni, tradimenti e intrighi a suo discapito, portano Giuseppe a vivere un incubo senza precedenti. Atti spietati da parte dei suoi stessi fratelli, lo obbligano a districarsi tra accuse, minacce, diffamazione e ricatti. L’intera famiglia unita dal profondo amore che li lega, cerca di liberarsi da una morsa che li stringe sempre più. Mattia e Francesco, uomini privi di scrupoli, cercano di raggiungere i propri obiettivi a discapito del loro più caro fratello. Il Gatto e la Volpe, due persone la cui vita è ormai distrutta a causa di scelte sbagliate, perdono il contatto con la realtà. Non distinguono più la bontà dalla crudeltà, ciò che davvero conta è preservare gli affari, anche se questo vuol dire farlo a danno di innocenti. Giuseppe si ritrova tra l’incudine e il martello, proteggere la propria famiglia e rendersi conto della crudeltà dei suoi fratelli oppure tutelarli e compromettersi?
Si legge nella sinossi di La debolezza della crudeltà
Si tratta del libro d’esordio di Katia Coppola, che ha scelto il crowdfunding per l’editoria di Bookabook per cominciare la sua avventura letteraria. Ho potuto fare quattro chiacchiere con lei per capire come mai, ancora oggi, siamo così affascinati dai romanzi familiari e cosa l’ha spinta a scrivere questo.
Cia Katia! Nella tua presentazione sulla pagina autore, racconti che la scrittura ti ha aiutata in un periodo buio. Posso chiederti di raccontarmi di più?
Avevo iniziato a scrivere questo libro circa 3 anni fa, e dopo la stesura di un’ottantina di pagine mi ero bloccata. Non avevo più ripreso a scrivere per qualche anno. Parlando con la mia psicologa durante una fase complicata della mia vita è emerso che avevo iniziato a scrivere questa storia e che poi l’avevo abbandonata. Il suo consiglio fu quello di riprendere in mano quel racconto e di mettermi a scrivere nei momenti della giornata in cui i pensieri negativi e lo sconforto prendevano il sopravvento. Seguendo il suo consiglio ho fatto così e, per evitare di crogiolarmi nei pensieri che non portavano a nessuna via d’uscita o sollievo, ho affrontato quel periodo con molta più facilità. Nel giro di un mese ero riuscita a scrivere tutta la storia, cosa che non pensavo sarei mai riuscita a fare. Allo stesso tempo ho trovato gli stimoli necessari che mi servivano per riprendere il controllo della mia vita.
Sostieni che chiunque possa empatizzare con i protagonisti del tuo romanzo familiare. Cosa hanno di così speciale?
La storia ha come protagonista un padre e allo stesso tempo un fratello che si trova a dover fare una scelta difficile. Continuare a tutelare i suoi fratelli e compromettere la sua vita e quella della sua stessa famiglia per l’amore che lo lega a loro? Oppure affrontare la realtà e chiudere tutti i rapporti con i due “aguzzini” che vogliono manipolarlo e portarlo a commettere atti criminali? Quello che il protagonista del mio racconto si trova ad affrontare è un tradimento immenso. Ad oggi nelle storie di molte delle persone con cui mi trovo a parlare ritrovo spesso problemi familiari. Discussioni in famiglia con padri, fratelli, figli che portano le famiglie in qualche modo ad allontanarsi e a non parlarsi più per anni o per tutta la vita. La storia successa al protagonista di questo romanzo sicuramente, seppur in forme diverse, sarà capitata a tante altre persone e per questo credo che molti potranno immedesimarsi nelle disavventure che Giuseppe si trova ad affrontare.
Com’è nato questo romanzo familiare?
Ho cominciato a scrivere questa storia perchè mi è sempre piaciuto scrivere, ho sempre amato dare sfogo alla mia creatività e fantasia. Nella mia città natia c’è un evento che si ripete ogni anno dal titolo “Libri nel borgo antico”. In questo evento per tre giorni vengono presentati libri di autori emergenti che vengono intervistati e raccontano delle loro opere e di come sono arrivati a confezionare quei racconti. Ho sempre partecipato a questo evento con interesse e ammirazione verso tutti coloro che avevano avuto il coraggio e la bravura di portare a compimento un’opera di questo genere. Fin da quando ero adolescente, partecipando alle varie presentazioni con una mia amica, ho sempre fantasticato di poter un giorno pubblicare un libro e magari avere la possibilità di presentarlo a questo evento nella mia città.
E perché lo hai affidato al crowdfunding?
Terminato di scrivere il libro, non ero molto sicura del mio elaborato. Era la prima volta che mi approcciavo alla scrittura seriamente ed avevo un pò di remore sulla bontà di quanto avessi prodotto. Avevo fatto una cernita di tutte le case editrici a cui avrei potuto mandare il manoscritto, tenendomi alla larga dalle case editrici che chiedono soldo agli autori per la pubblicazione. Un po’ per sfida e per testare quanto avessi fatto l’ho mandato ad alcune delle case editrici selezionate. Mi ero detta “Vediamo se a qualcuno può interessare o meno, nel caso non ricevessi un riscontro positivo da nessuno sottoporrò il testo ad un editor che sistemi il mio elaborato e poi lo manderò ad altre case editrici”. Nel giro di due settimane dall’invio ho ricevuto due proposte e tra le due ho preferito Bookabook che mi sembra una casa editrice molto seria e con recensioni assolutamente positive. Mi sono detta: “Perché no? Proviamoci e vediamo come va. Se non dovesse andare ci saranno altre opportunità”. Devo dire che fino ad ora il risultato raggiunto è confortante. La campagna è a oltre 70 giorni dalla fine e sono state vendute 146 copie. Ne mancano 54 al raggiungimento dell’obiettivo. Sono ad un passo dalla realizzazione di un sogno.
Nel tuo romanzo familiare c’è un personaggio, o più di uno, in cui ti identifichi?
Sì, la storia parla di una famiglia composta dal protagonista Giuseppe, sua moglie e due figli. Nel descrivere il carattere della figlia ho messo dentro un pò di quella che sono io. Ci tengo a precisare che il romanzo familiare non è autobiografico, quindi la famiglia di cui parliamo non è la mia. Ma nel raccontare le caratteristiche della figlia Chiara ho deciso di raccontare alcune parti di me stessa.
Immagina che il libro raggiunga il numero di ordini necessari alla pubblicazione. Le persone lo ricevono, lo leggono. Cosa vorresti che provassero una volta finito?
Il titolo del mio romanzo è La debolezza della crudeltà perché credo che la crudeltà in questo mondo alla fine sia debolezza. Durante tutto il racconto Giuseppe e la sua famiglia si trovano a lottare con le unghie e con i denti pur di non cedere a ricatti, minacce ed estorsioni. Senza fare troppi spoiler, per la famiglia del protagonista c’è un lieto fine, ma lo stesso non si può dire dei due crudeli aguzzini che si ritrovano a perdere tutto. Quindi alla fine la crudeltà ha perso, e perderà sempre se ognuno di noi è disposto a lottare senza arrendersi di fronte alle ingiustizie. La mia speranza è che leggendo le pagine del mio libro la gente si senta rincuorata e che chiunque si trovi a subire abusi di qualsiasi genere trovi la forza per reagire senza arrendersi mai. Vorrei che da queste pagine persone in difficoltà trovassero il coraggio di fare la cosa giusta per sé stessi ma anche per gli altri. Magari questo racconto può essere un conforto e uno sprone a lottare sempre di fronte alle ingiustizie.
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