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Le domeniche d’estate a fare a gavettoni, le crocchette di patate della nonna, gli zii che si addormentavano guardando la Formula 1. Forse abbiamo vissuto tutti la stessa vita, o forse chi ha vissuto tra gli anni ’80 e ’90 condivide ricordi molto simili. Mi è capitato di pensarlo leggendo “Il bacio sulla fronte“, il libro di Sara Bontempi che trasforma la nostalgia dell’infanzia in mitizzazione. O almeno, così l’ho letto io, questo racconto-diario in cui tutti i bambini cresciuti possono ritrovarsi.

La nostalgia dell’infanzia come motore dell’età adulta

Molti psicologi e sociologi concordano: nessuna generazione è mai stata nostalgica come noi Millennials. Chissà, forse perché siamo la generazione che ha vissuto i cambiamenti più radicali durante l’età dello sviluppo. Dalle recite improvvisate in corridoio con i cugini ai cartoni animati on demand su Netflix, non abbiamo avuto scampo dalla rivoluzione tecnologica. O forse perché nella nostra età di giovani adulti abbiamo vissuto un disastro dopo l’altro, le crisi economiche, il mercato al collasso, la pandemia, le guerre in mondovisione.

Sara Bontempi non è esattamente una Millennial (ma sfugge per poco) eppure ha saputo catturare questa nostalgia dell’infanzia trasformandola in vera e propria mitologia di sé stessi e della propria famiglia. Chi di noi non si è trovato a pensare era meglio prima, quando si apparecchiava tutti insieme e si giocava in campagna, senza social media né tablet? Io di certo.

Gli anni ’80 e ’90 tra mito e realtà

Saremmo folli però, se pensassimo di poter avere uno sguardo lucido sulla nostra stessa infanzia. Ognuno di noi tende a ricordare i momenti spensierati con maggiore intensità rispetto a quelli di difficoltà, e spesso da bambini semplicemente non vedevamo le problematiche presenti. Io per esempio mi ricordo di donne affaccendate intorno alla tavola mentre gli uomini guardavano la Formula 1 e sì, si addormentavano anche. Per loro la domenica era puro relax, pausa indefinita in cui tempo e spazio si allargavano così tanto da poter dormire su una scomoda poltrona alle quattro del pomeriggio. Per la nonna e le zie, più un prolungamento infinito della pur impegnativa settimana, perché a casa mia lavoravano tutte.

Ecco, questo è un elemento che ricordo con minore nostalgia. Però gli struffoli della nonna di Sara li ho mangiati anch’io, il bacio sulla fronte dal nonno l’ho ricevuto (nel mio caso, rigorosamente con vestaglia a quadretti e coppola). Insomma, la nostalgia dell’infanzia ci spinge a ricordare i momenti belli ed è giusto che sia così.

Di cosa parla “Il bacio sulla fronte

Quando ho letto la sinossi di questo romanzo breve, che si legge in un soffio, ho pensato subito: non interesserà a nessuno. Sono sincera, nonostante la professionalità dell’autrice ero certa che le storie personali di una famiglia piemontese non potessero suscitare nulla se non nelle persone che le hanno vissute. E, ho scoperto da poco, questo era anche l’intento iniziale di Sara Bontempi. Raccogliere i racconti della propria infanzia e farne un dono di Natale prezioso ai cugini e agli zii.

“Pensa che non dovevo nemmeno farlo pubblicare da una casa editrice! L’idea era di scriverlo e regalarlo ai parenti per Natale, poi una cara amica a cui ne avevo parlato, ha voluto leggerlo per curiosità e alla fine della lettura mi chiese se poteva inviarlo ad una CE e vedere come veniva valutato. Mi contattarono dopo una settimana”

Sara Bontempi, autrice di “Il bacio sulla fronte”

Qualcuno quindi ha intravisto in quei racconti più di quanto sia io che l’autrice avevamo immaginato.

La nostalgia dell’infanzia, elemento cardine della nostra identità

Io non ho vissuto la stessa infanzia di Sara, o forse sì? In Sicilia, invece che in Piemonte. Con nonna Gina e nonno Pino al posto di nonna Maria e nonno Pasquale. Con la pasta al forno e le polpette al sugo invece dei ravioli. Ma è stata, in fondo, la stessa infanzia. Quel momento spensierato in cui nulla ci preoccupava e nulla avrebbe potuto turbare le nostre domeniche di giochi tra cugini.

Forse per questo motivo, leggere “Il bacio sulla fronte” è stata la coccola natalizia di cui avevo bisogno in un periodo no. Il ricordo indelebile di quelle giornate speciali mi rincuora di tutto quello che è successo dopo, delle distanze a volte incolmabili dalla tecnologia, della lontananza da casa, delle feste separate anno dopo anno nella mia età adulta. Non so se tutti si sentiranno come me leggendo questo racconto, ma credo di sì.

Quel friccicorino nel cuore che avvertiamo quando ci rendiamo conto che sì, c’è tanto male sulla Terra e forse anche nella nostra piccola bolla personale e familiare. Ma soprattutto c’è stato tanto bene e quello non ce lo potrà togliere nessuno. Sarà per sempre il nostro rifugio, il focolare intorno al quale riunirci, il bacio sulla fronte alla fine di una lunga settimana. Grazie Sara, questo regalo è stato apprezzato più di quanto potessi pensare.

Il bacio sulla fronte” è disponibile su Amazon, ed è un perfetto regalo di Natale per i parenti vicini e lontani.

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