Ogni volta che si parla di violenza sulle donne, di patriarcato e di argomenti affini, ecco che spunta il proverbiale “Ma non tutti gli uomini…“. Viene pronunciato indistintamente da uomini e da donne, da persone che conoscono l’argomento in modo superficiale o che l’hanno vissuto sulla propria pelle. Perché è vero, assolutamente e indiscutibilmente vero: non tutti gli uomini distruggono. Ma gli altri cosa fanno? Oggi proviamo a chiedercelo e a risponderci.
Vuoi dimostrare che non tutti gli uomini…?
Fai benissimo e hai pienamente ragione. Al contrario di altri miei post, questo non contiene un briciolo di sarcasmo o di ironia. Non tutti gli uomini sono violenti, non tutti gli uomini sono maestri del crimine o stanno organizzando un femminicidio, neanche tutti gli uomini agiscono in modo attivo delle discriminazioni nei confronti delle donne. Però questo, purtroppo, non vuol dire nulla.
Neanche io ho mai conquistato delle colonie, non per questo posso negare il ruolo che gli europei hanno avuto e continuano ad avere su chi è stato sfruttato per secoli e in alcuni casi lo è ancora. Allo stesso modo, gli uomini non sono tutti violenti, ma negare che il patriarcato esista e che permei la nostra società è una follia. Anche perché a subirne le conseguenze non sono mica solo le donne: pur avendo ancora troppi privilegi nella nostra società, gli uomini sono sottoposti a regole, limitazioni e diktat patriarcali che non fanno bene a nessuno. Insomma anche tu, come uomo, hai diritto a pretendere di più. A pretendere di meglio. Puoi unirti alla lotta per un mondo migliore, che sia migliore anche per te.
Guida al femminismo per gli uomini
Prima lezione: il femminismo non equivale al contrario del maschilismo. Te lo spiego facile, anzi te lo faccio spiegare da chi ne sa più di me:
Come vedi, si tratta di due cose completamente diverse. Il maschilismo mira alla supremazia sulle donne, il femminismo invita a riconoscere il loro valore come pari a quello degli uomini. Non c’è quindi nessun odio verso gli uomini (moltissime femministe sono etero e hanno lunghe e sanissime relazioni con uomini). La nostra non è la caccia alle streghe. Quella, mi spiace ricordarlo, è stata un altro vile atto di violenza nei confronti delle donne. Vogliamo costruire un mondo più giusto e se lo vuoi anche tu, chiediamo il tuo aiuto reale.
Qual è e quale può essere il tuo aiuto reale
Mi dispiace dover ripetere una cosa che in questi giorni avrai letto ovunque: scrivere “Non tutti gli uomini sono violenti” non aiuta nessuno. Non aiuta chi si trova ad avere a che fare con un uomo violento, che può solo pensare Cavolo, scusate, sono stata io a scegliere quello sbagliato! Non aiuta neanche te, non ti fa avere punti in più e non ti fa sembrare migliore agli occhi delle donne o delgi uomini. Sappiamo tutti perfettamente che i bravi uomini ci sono, come ci sono le donne cattive. Di nuovo, non è questo il punto.
Allora qual è? Il punto è che siamo tutti sulla stessa barca. Uomini e donne e tutti gli altri, buoni, cattivi e così così, tutti stretti stretti nella società occidentale di stampo europeo/cattolico. Attenzione: vuol dire che si ispira ai valori tradizionali europei e cattolici, quindi coinvolge anche chi non è europeo ma è immerso in valori che dall’Europa derivano (tipo gli americani) o chi non è cattolico ma è stato cresciuto in una famiglia cattolica o anche solo in un Paese che, per quanto si autodescriva come laico, è in gran parte cattolico.
Scusa Giovanna, allora gli altri?
Gli altri niente cuore, ho già abbastanza problemi a decostruire il mio e il tuo, di patriarcato interiorizzato. Di quello del mondo arabo, di quello orientale, di quello delle altre religioni e culture magari lasciamo che se ne occupi chi ne sa di più, che dici? Torniamo a noi. Il patriarcato nostro, quello bello made in Italy che ci fa sentire tanto legati alle nostre tradizioni e poi però ci fa storcere il naso quando a tutti gli uomini vengono addossate le colpe di alcuni.
Perché beh, tornando a noi, non tutti gli uomini sono degli insensibili pezzi di fango pronti a sbavare sulla collega che viene al lavoro con le caviglie scoperte (uuuuh) o che violentano le ragazzine a scuola o sull’autobus o che picchiano la propria compagna. Questo è il punto. Come lo trasmettiamo?
Colpe e responsabilità: un esempio concreto
Hai ragione, quando dici che ti senti offeso quando una donna si allontana da te. Quando ti avvicini a un bambino sconosciuto e la mamma si spaventa, ma se lo fa una ragazza va bene. Quando, dopo terribili fatti di cronaca, ti sembra che tutte le donne che conosci ti stiano addossando le colpe di crimini che non hai commesso. Ti capisco, perché io sono (plot-twist!) cattolica praticante, e mi sento così ogni volta che un nuovo scandalo travolge la Chiesa. Mi sento come se dovessi espiare i peccati di tutti, dai preti pedofili ai frati che costringevano gli abitanti dei Paesi africani a convertirsi (vedi che alla fine ci siamo arrivati, alle colonie?). Io non ho fatto niente di tutto questo, sono super inclusiva, sposata con un ateo, non costringo mai nessuno a fare il segno della croce quando non vuole. Allora perché dovrei sentirmi in colpa?
La risposta più semplice è che non dovrei. Via, vado avanti con la mia vita. La risposta più complessa è che una parte della mia identità (quella cattolica praticante) coincide con dei comportamenti che, a livello sociale, emotivo e politico, non corrispondo ai miei valori. Così, anche se non ho tutte le colpe dei cattolici sulle spalle, sento la responsabilità di distaccarmi da quei comportamenti. Di informarmi, di lavorare su me stessa, di dire a chi li mette in atto che sta sbagliando e che rovina una cosa a cui sento di appartenere (l’essere cattolica). Può darsi che accada la stessa cosa a te con una parte della tua identità a cui giustamente senti di appartenere (l’essere uomo)? Se è così, niente paura. Ci sono molte alternative allo scrivere “non tutti gli uomini blablabla” su Facebook per uscirne.
7 gesti di antisessimo da mettere in pratica, se non sei come tutti gli uomini
- Informati. Leggi saggi sul sessismo, ascolta chi ne parla in maniera più o meno comprensibile in base al tuo livello di istruzione e di voglia di approfondire. Posso suggerirti le letture adatte, da poche pagine per ragazzi a complessi saggi filosofici: scrivimi.
- Ascolta le vittime. Come in ogni situazione in cui ci sono oppressori e oppressi, devi stare dalla parte dei secondi. Fino a prova contraria, almeno. Quindi prova ad ascoltare le donne che hanno subito violenza, nella misura in cui ti senti a tuo agio. Non vogliamo provocarti un trauma e ti assicuro, le storie che abbiamo da raccontare possono essere forti. Sii semplicemente disposto ad ascoltare il nostro punto di vista.
- Guardati dentro. No, non nella cistifellea, ma nel tuo agire e pensare quotidiano. Tendi a usare parolacce che insultano le donne, anche quando vuoi insultare un uomo? Es. figlio di pu**ana è un insulto rivolto a un uomo, che in realtà prende di mira una donna che spesso neanche conosci (sua madre). Magari non te ne sei mai reso conto.
- Renditi conto. Il passo successivo a guardare è scremare. Da un lato le cose che vanno bene, dall’altro quelle che non vanno bene. C’è un piccolo ostacolo però: non sei tu uomo a decidere cosa sia offensivo per una donna come io, bianca, non posso decidere quali insulti siano razzisti. Osserva le reazioni delle persone coinvolte e se le metti a disagio con un certo comportamento, evitalo.
- Guarda al di fuori. Quando avrai capito te stesso, prova a capire gli altri. Il tuo amico fa continue battute sulle sex worker che non fanno ridere nessuno? Prova a fargli notare che il suo umorismo è fuori luogo. Di certo lo capirà meglio se glielo dici, piuttosto che leggendo il mio ennesimo post. D’altra parte, se sei arrivato fin qui, sei più interessato all’argomento rispetto a lui.
- Amplia l’orizzonte. Ok tu e i tuoi amici, ma il resto? L’azienda per cui lavori? La tua famiglia? La tua città, il tuo paese, il tuo palazzo, mettono in atto pratiche sessiste? Vedi sempre meno donne ai vertici che uomini? Leggi continui apprezzamenti sotto le foto di una soubrette e non sotto quelle di un calciatore? Hai notato che tua moglie, le tue sorelle, le tue zie, le tue cugine, hanno difficoltà sul lavoro appena diventano madri? O che decidono di non fare figli perché non potrebbero proseguire la loro carriera?
- Continua a farti domande. Ci sono poche donne a questo evento sulla tecnologia perché non abbiamo trovato abbastanza esperte disposte a parlare. Perché? Perché ci sono poche esperte di tecnologia donne in Italia. Perché? Perché ci sono poche iscritte a Ingegneria e alle materie STEM. Perché? Perché i professori scoraggiano le ragazze che vogliono iscriversi in Ingegneria. Perché? Perché un orribile stereotipo ci dice già dalla scuola elementare che non siamo brave a far di conto. Vai a ritroso, non fermarti alla superficie delle cose.
Dovrebbe essere più facile del previsto. D’altronde, non tutti gli uomini sono incapaci di fare analisi dettagliate sulla cultura e la società, giusto?