Libri femministi 2023
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Non è la prima volta che suggerisco dei saggi femministi da leggere in poco tempo (o nelle lunghe e pigre giornate di fine agosto). Il fatto è che in questa estate metaforicamente caldissima è importante che ci dedichiamo, ognuno con le proprie forze, a decostruire le nostre concezioni sul genere e sulla società. Si tratta di un imperativo morale: se non lo facciamo tutti, continueremo a sentire orribili vicende al TG e a indignarci inutilmente. Non è quello che vogliamo, vero? Vogliamo una società che sia paritaria davvero, e la strada da fare è lunghissima. Proviamo a fare i primi passi insieme con questi 5 libri femministi?

1. “Invisibili – Come il nostro mondo ignora le donne in ogni campo. Dati alla mano” di Caroline Criado Pérez

Sto leggendo questo libro qualche anno dopo la sua uscita e le polemiche che lo hanno travolto. L’autrice infatti è stata accusata di invisibilizzazione delle persone trans, oltre che di un femminismo non transazionale. E a ragione: il saggio fa una distinzione netta tra donne e uomini, pur non negando che ogni discriminazione ulteriore (etnia, salute, religione) complica quella tra i generi. Se pur volessimo criticare alla scrittrice la mancanza di una visione laterale, che includa tutti i generi e tutte le discriminazioni, non dovremmo comunque sottovalutare la potenza di questo testo. Dati alla mano (davvero) ogni campo della civiltà, dalla cucina alle toilette, dal lavoro alle automobili, è pensato per il maschio bianco etero. E quindi sì, le donne ne sono discriminate. Insieme a molte altre fette della popolazione, ovviamente, ma sono discriminate. Va detto poi che le donne o le persone con corpo femminile, al contrario delle minoranze che pure meritano la nostra attenzione, rappresentano il 50% della popolazione e quindi dei potenziali clienti di qualsiasi prodotto o servizio. Escludere le loro specifiche esigenze biologiche, fisiche e culturali è anche una pessima mossa di business.

Frase preferita: È difficile convincere qualcuno che un problema esista, se si tratta di un problema con cui non avrà mai a che fare.

2. “Ci scalderemo al fuoco delle vostre code di paglia – Perché tanti uomini hanno paura dei femminismi” di Lorenzo Gasparrini

I libri femministi scritti da uomini sono veramente una perla rara, in Italia soprattutto. Il volume precedente che avevo letto di questo autore (Perché il femminismo serve anche agli uomini) è un libricino dalle dimensioni davvero ridotte, un opuscolo che dovrebbe stare sul comodino di tutti gli uomini e di tutte le donne in egual misura. Con parole semplici ed esempi concreti, Gasparrini ci ricordava come machismo e sessismo siano dilaganti e possano davvero impattare su tutti gli ambiti della realtà. In questo nuovo volume, più corposo, la faccenda si fa più complessa. Da filosofo l’autore ci spiega i meccanismi che soggiaciono alle diverse “code di paglia” dei maschilisti in diversi campi. Dal giornalista, all’hater online, al politico populista. Ce n’è per tutti.

Frase preferita: Se non fai niente contro quella cultura che ti definisce come non ti piace, vuol dire che ti va bene così, vuol dire che ne sei complice e ti piace.

3. “Campo di battaglia – Le lotte dei corpi femminili” di Carolina Capria

Forse la conoscete come @lhascrittounafemmina, il suo nickname sui social network, ma Carolina Capria è una fine conoscitrice dei femminismi e della letteratura. In questo saggio, analizza le lotte che si combattono ogni giorno sui corpi femminili. Dalla diet culture alle molestie sul lavoro, dall’ossessione per l’estatica alla pornografia quotidiana di tv e pubblicità. Uno scenario allarmante, che tratta ancora oggi le donne come pezzi di carne da esporre, commentare, infine consumare. Se non è il momento giusto per leggere libri femministi come questo, ditemi voi…

Frase preferita: […]se una persona viene trattata come un pezzo di carne dalla società intorno a lei, facilmente comincerà a pensarsi come un pezzo di carne[…].

4. “Femminili singolari – Il femminismo è nelle parole” di Vera Gheno

Sempre presente nelle mie liste di libri da leggere, Vera Gheno è una sociolinguista e come tale si concentra sull’uso della lingua e delle parole. Questo è uno dei suoi saggi più amati e analizza come i femminili professionali non siano un capriccio recente ma una sacrosanta regola grammaticale che, solo ora che abbiamo professioniste in tutti gli ambiti, possiamo finalmente usare con frequenza. E dovremmo: dall’avvocata all’ingegnera all’architetta alla vigile, ognuna va chiamata esattamente con il nome che le spetta. Tutte le motivazioni usate per evitarlo sono, almeno dal punto di vista linguistico, del tutto errate. Non si parla solo di questo però: anche di femminicidio, di comunicazione ostile verso le donne e di tante, tante altre cose.

Frase preferita: Il giudizio che diamo istintivamente su queste parole è quasi come un riflesso pavloviano, non del tutto cosciente: un automatismo linguistico dovuto a un pre-giudizio che quasi non passa dal giudizio raziocinante.

5. “Manuale per ragazze rivoluzionarie – Perché il femminismo ci rende felici” di Giulia Blasi

La base da cui partire. Un vero e proprio manuale su tutto quello che non va e come -e perché non va. Non è facile scrivere di questi temi senza scadere nell’omelia, ma Giulia Blasi ci è riuscita e ci riesce ogni volta. Il libro risale al 2018 ma, che ve lo dico a fare?, è ancora perfettamente attuale. Quando smetterà di esserlo? Io spero presto, nel frattempo leggetelo, magari prima di approcciare altri testi femministi.

Frase preferita: […]domandando alle vittime perché non se ne vanno, stiamo evitando di domandare ai maschi dove hanno imparato che le donne sono cose, e che se quelle cose improvvisamente mostrano volontà propria vanno soppresse, perché ogni affronto alla mascolinità ferita va lavato col sangue.

Perché leggere libri femministi è ancora importante

Perché siamo stanche di combattere. Stanche di dover spiegare perché combattiamo. Di impiegare le nostre vite a riparare alle nefandezze altrui. Siamo stanche di rivivere i nostri traumi ancora e ancora, ogni volta che accendiamo la tv o apriamo i social network. Siamo stanche di sentirci dire che eh signora mia, i giovani d’oggi. Stanche di dirvi che sono sempre stati tutti così, sono sempre tutti così, siete tutti così e se non lo siete non state facendo abbastanza per dimostrarlo. Siamo esauste. Abbiamo bisogno di aiuto concreto, dalle istituzioni e dai nostri pari. Dopo secoli di dominanza totale su tutto il genere umano, ce lo dovete.