sensory overload cos'è
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In italiano si direbbe sovraccarico sensoriale, ma è più conosciuto come sensory overload. Il termine in inglese indica esattamente ciò che sembra: una sovrapposizione di stimoli che rende difficile affrontare la vita quotidiana e che diventa invalidante quando associata a certe patologie. Di solito se ne parla in merito allo spettro autistico, ma anche molte malattie croniche che hanno sintomi cognitivi sono legate a questo fenomeno. Scopri come funziona e come affrontarlo.

Cosa succede a chi soffre di sensory overload

Letteralmente un sovraccarico dei sensi, che vanno in tilt e mandano in cortocircuito tutto il sistema nervoso nonché le capacità cognitive della persona che ne soffre. Come il nome suggerisce, è legato ai 5 sensi e agli input che questi ricevono dall’esterno. Facciamo un esempio semplice: la tv è accesa in una stanza, due persone parlano ad alta voce in un’altra. Se la porta tra le due stanze non viene chiusa, la persona andrà in sovraccarico e non riuscirà a seguire il programma che sta guardando.

Un altro esempio? Fuori ci sono 35°, una persona entra in un supermercato e attraversa il reparto frigo. L’improvviso cambio di temperatura manda in tilt i recettori del tatto, che. aloro volta accendono tutti i campanelli di allarme. Un altro ancora: in profumeria, una persona sta cercando la fragranza più adatta a lei e, per farlo, prova diversi campioncini. Al terzo, il suo olfatto sarà completamente sopraffatto e la sua capacità decisionale andrà fuori controllo.

Si tratta di stanchezza?

No, non parliamo solo della normale stanchezza che tutti provano quando subiscono molti stimoli sensoriali in contemporanea. Il sensory overload è qualcosa di più, che paralizza i sensi e turba le capacità cognitive della persona anche per lunghi periodi. Ovviamente io non posso parlare per la reazione di chi ha disturbi dello spettro autistico, ma… Sopresa sorpresa: anche la fibromialgia comprende questo sintomo.

Quindi lo conosco bene, mi paralizza spesso e non è facile spiegarlo a chi non lo prova. Come mio solito, tenterò con la parola scritta che mi riesce tanto meglio di quella a voce. Oh ehi, aspetta: anche questa è una declinazione del sovraccarico sensoriale. Là dove il mio cervello fa fatica a processare i discorsi di diverse persone (fossero anche solo due, io e il mio interlocutore) scrivere elimina il sovraccarico. Posso concentrare le mie capacità cognitive finché non ho terminato. Poi attendo risposta e mi concentro su quella; poi torno a scrivere io concentrandomi sul mio flusso di pensieri.

Fibromialgia e sovraccarico sensoriale, la mia esperienza

Avere la fibromialgia comporta una serie di sintomi talmente vari che spesso neanche noi malati li conosciamo a fondo. Il sensory overload è uno di questi. Mi sono chiesta per secoli il perché io non riesca guidare (ma niente, proprio, dall’auto alla bici al carrello della spesa). Forse, dico forse, è perché i miei sensi non processano correttamente le informazioni che arrivano in contemporanea mentre si guida. La distanza dal mezzo che ti precede, la spia della freccia che si illumina, il segnale stradale sul marciapiede, il movimento del pedone in fase di attraversamento. Così va in freeze. Ecco perché ho scelto di non guidare mai nulla: preferisco affidarmi ai miei cari o ai mezzi pubblici che rischiare di uccidere qualcuno.

Ma se ci penso bene, anche altre banali caratteristiche del mio funzionamento sono dettate dal sovraccarico sensoriale che il mio fisico percepisce molto prima di altri. Tendo a chiudere sempre tutte le porte possibili in casa per evitare la sovrapposizione di suoni. Anche se fa caldo, non posso tenere il ventilatore puntato addosso. E molto altro. Per esempio, odio fare la sepsa. Nessuno ama fare la spesa, lo so, ma per me è una vera e propria tortura fisica. E ora capisco il perché: cambiamenti climatici continui, musica dagli altoparlanti, persone che parlano tra loro, il bip incessante della cassa, i colori sgargianti della merce sugli scaffali, gli odori dal reparto pescheria. Boom, fine, sono andata in corto circuito prima ancora di mettere la prima confezione nel carrello. Che poi va anche guidato, attenzione.

I sintomi effettivi del sentirsi sopraffatti

Non è una sensazione psicologica, i sintomi sono reali e invalidanti. A me viene la nausea, non riesco a ricordare le cose, arriva la mia adorata brain fog a confondere ancora il cervello. Non riesco a prendere la decisione più banale (stasera pizza o sushi?) né a rispondere alla conversazione con mio marito. Devo solo uscire il prima possibile dal supermercato.

E così torno a casa, sto male in auto, mi metto a letto e per le successive ore il mio cervello non funziona. Dico davvero: non posso studiare, lavorare, scrivere, leggere, funzionare nel mondo. Quando il sovraccarico si protrae per diverso tempo (per esempio dopo un evento, una gita o un viaggio) mi servono giorni, invece di poche ore, per tornare alla normalità.

Cosa fare se soffri di sensory overload

Ne soffrono molti malati cronici, la maggior parte delle persone neurodivergenti ma anche chi ha una patologia mentale. Ma come se ne esce? Ecco alcuni trucchetti che ho sperimentato personalmente. Ovviamente bisogna prestare attenzione: su di me funzionano, su altri potrebbero avere effetti deleteri. Procedere con cautela.

  1. Riduci gli stimoli sensoriali. Eh lo so, facile a dirsi. Qualche piccolo miglioramento si può ottenere però. A casa mia la spesa la fa sempre mio marito, abbiamo diviso equamente gli impegni in modo che io possa dedicarmi a cose che mi provocano minor disagio. E se vivi da sola? La spesa online, là dove possibile, ti permette di scegliere con calma senza sottoporti alla tortura del supermercato.
  2. Educa le persone intorno a te. Davvero, non sono cattive e non vogliono farti star male. Pensano che guardare un video sul cellulare mentre la tv è accesa e tu stai tentando di leggere un libro non sia una tragedia. Invece per te lo è: spiegaglielo.
  3. Scegli le tue battaglie. Come dicevo prima, anche se ci sono 40° per me il ventilatore puntato addosso è una frustata. Ma entrambe le situazioni sono portatrici di sensory overload: temepratura elevata e aria che ti sferza la pelle. Fai diversi tentativi e scopri quale ti faccia stare meno male, se non puoi evitare nessuna delle due.
  4. Crea degli spazi “cuscinetto”. La gestione del tempo è importante nel lavoro, nella vita privata, negli hobby e anche nel tuo tempo libero. Non devi per forza rinunciare a tutto quello che ti piace. Puoi andare a un concerto con la musica a palla, ma organizzati in modo da avere una pausa dal lavoro il giorno successivo. In totale silenzio, potrai riprenderti dal sovraccarico.
  5. Sfrutta la meditazione e gli esercizi di respirazione. Ritornare al qui e ora è indispensabile. Dopo aver concluso l’esperienza di sensory overload, respira a fondo e rilassa tutti i muscoli. Usa le tecniche di mindfulness per ritrovare il contatto con i tuoi sensi.
  6. Fai delle pause ogni volta che ti serve. Al lavoro, mentre stai svolgendo le faccende di casa, durante una festa tra amici e in qualsiasi altra situazione, stacca la spina. Fermati. Lascia tutto quello che stavi facendo e concentrati su te stessa.
  7. Imponi dei limiti (anche) emotivi. Se la persona a cui vuoi bene tende a parlare troppo forte, scrivile per messaggio invece di chiamarla. Se la location di una festa ti sembra eccessiva per musica, suoni e luci, proponi al festeggiato di vedervi in un’altra occasione. Quando parlare di persona ti fa sentire sopraffatta dalle voci altrui, scrivi. Per me funziona.

In altre parole, non aver paura di proteggere il tuo spazio sensoriale in tutti i modi possibili. Hai diritto a una vita dignitosa e a momenti di relax, anche se questi richiedono di rinunciare a qualcos’altro. Quando si è malati cronici, avere tutto non si può. Scegliere cosa avere, invece, entro certi limiti è possibile.