critiche al film di barbie
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Facciamo un respiro profondo e guardiamoci negli occhi. Non siamo nemici. Se io ho adorato il film e sono in procinto di spendere un patrimonio in merchandising, e tu invece hai delle critiche al film di Barbie o lo hai proprio odiato del tutto, non dobbiamo faci la guerra. I film, come moltissime altre cose della vita, possono provocare in ognuno di noi una reazione diversa. E grazie al cielo!

Quindi no, non sono qui per dirti che il film deve piacerti per forza né per impedirti di fare critiche al film di Barbie. Sono qui per spiegarti, secondo il mio personalissimo punto di vista, perché alcune delle critiche che ho sentito e letto in questi giorni non hanno granché senso. Ma puoi sempre dirmi che sto sbagliando io. Sei tra amici, qui.

1. Il film di Barbie è troppo femminista

È difficile eh, sto facendo uno sforzo per mantenere un tono civile. Ti prego di apprezzarlo. Dicevamo… Barbie è femminista, sì. È un film del 2023 scritto e diretto da una regista dichiaratamente femminista e che ha dato ai pochi film da lei diretti (ne ha sceneggiati degli altri, però) un’impronta femminista. Perché ti aspettavi che Barbie non lo fosse?

2. Barbie è solo per le femmine

Qui comincio a perdere la mia compostezza, sai? Siamo nel 2023. Forse boh, se tu fossi nato o nata prima del 1970 potrei giustificarti. Ma dopo, no. Chiunque, uomo o donna che sia, giustifichi il fatto di apprezzare o non apprezzare qualcosa perché “è da femmine” oppure perché “è da maschi” si è perso un bel po’ degli ultimi decenni di storia e di cultura pop. Ma non importa: puoi ancora recuperare. Io credo in te.

3. I Ken sono dei personaggi bidimensionali e senza personalità

Vero, qui hai ragione tu. Solo che è sbagliato renderla una delle critiche al film di Barbie. Prima di tutto, tutti i personaggi di Barbieland sono bidimensionali e privi di personalità, almeno all’inizio del film. Per il resto, Greta Gerwig ha fatto uno straordinario ribaltamento dei ruoli. Per decenni, per secoli, le donne nei prodotti di intrattenimento (cinema, tv, ma anche romanzi) sono state intercambiabili. Figurine perfette o irrimediabilmente corrotte, comunque rinchiuse nello stereotipo che rappresentavano. Stavolta è toccato agli uomini. Non dico che sia giusto, dico che è utile per ribaltare la narrazione. Così magari possiamo riflettere, tutti insieme, su quanto sia ingiusto che intere categorie di persone vengano rappresentate così. E cambiare le cose.

4. Una delle mie preferite tra le critiche al film di Barbie: è woke

Intanto, baby, smettila di usare la parola “woke” a caso. Ho detto che siamo tra amici qui, ma persino io ho difficoltà ad accettare l’utilizzo sconsiderato di questa parola. Sono mesi che sento lamentele stupide sull’inclusione e la diversity nei prodotti di Hollywood. Sì, ok, non sempre la carnagione scura di un o una protagonista è essenziale ai fini della trama. Ma guardati indietro: ti sei mai chiesto se la carnagione bianca del protagonista fosse essenziale in tutti i film che hai visto dalla tua nascita fino a un paio d’anni fa? No, l’hai data per scontata. Ma c’è un altro motivo per cui la parola “woke” qui è completamente fuori contesto. Tutti (TUTTI) i personaggi di Barbieland sono reali prodotti Mattel. Hanno inserito anche quelli più controversi, anche quelli che sono stati ritirati dagli scaffali (ciao, Ken Sugar Daddy, sei stato il mio personaggio preferito del film!). Perché non avrebbero dovuto inserire anche Barbie in sedia a rotelle, Curvy Barbie, Christie? Christie esiste dal 1968. Non è stata inserita nel film perché è “woke”. È stata inserita nel film perché esiste. Se poi il fatto che esista ti disturba, abbiamo un altro discorsetto da fare.

5. Non risolve il problema del maschilismo e del femminismo

Hai ragione. Il finale non propone nessuna soluzione per eradicare il maschilismo dalla nostra società né il matriarcato di Barbieland. Quindi? Quand’è che abbiamo iniziato a pretendere che un prodotto di intrattenimento ci fornisca la chiave per risolvere i problemi della società? Non va già bene che ce ne parli, per di più in modo molto divertente, e stimoli la discussione? E soprattutto, perché a proporre la soluzione al maschilismo deve essere sempre un’autrice femminista? Perché il razzismo deve essere sconfitto dalle minoranze? Perché non alzi il c**o e inizi a chiederti cosa potresti fare anche tu, quali soluzioni proporresti? Attendiamo con ansia.

6. Non è giusto che Greta Gerwing diriga sempre e solo film in cui sono protagoniste le donne

Intanto fly down, questo è solo il terzo film diretto da Greta Gerwig. Poi. Ti è mai venuto in mente di chiederti come mai i film diretti da Christopher Nolan abbiamo sempre come protagonista un uomo? Scommetto di no.

7. Barbie è un saggio di Simone de Beauvoir infiocchettato di rosa

Beh, non scomoderei Simone, però sì, come abbiamo già detto Barbie è un film femminista. Ma mi dispiace che questo ti dia fastidio. Soprattutto, mi dispiace che tu pensi che il femminismo debba essere per forza una cosa triste e seria, grigia e relegata alla saggistica. Le donne rivendicano il diritto di essere trattate sul serio sempre, di essere rispettate sempre, di non essere maltrattate o discriminate mai. Lo chiediamo per tutte e per tutti. Ciò include anche le donne (e gli uomini) che si vestono di rosa, portano i tacchi alti e amano i glitter. E comunque, se preferisci i saggi di Simone de Beauvoir in bianco e nero, hai tutta la libertà di acquistarli. Si trovano in posti chiamati librerie, insieme a molti altri saggi femministi e non.