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Dissacrante, eccessiva, spesso al limite dell’indecente, Big Mouth non sembrava una cosa che avrei potuto guardare e apprezzare, invece lo è stata. Le prime due stagioni della serie tv firmata Netflix sono un gioiello dell’animazione per adulti (Big Mouth è vietato ai minori di 14 anni). I protagonisti Andrew, Nick, Jessi, Jay e Missy sono dei ragazzini che stanno scoprendo i cambiamenti del proprio corpo e della propria personalità intorno a quel terribile e spaventoso mostro che è la pubertà.

Ecco 5 motivi per cui guardare Big Mouth:

1. L’idea generale di Big Mouth.

Semplicemente geniale: una serie tv animata sull’adolescenza, ma indirizzata agli adulti. Il target più in linea con Big Mouth sono infatti i cosiddetti Millennials che, tra i venti e i trent’anni, sono abbastanza adulti da capirne i giochi più espliciti e i riferimenti più sottili, ma anche abbastanza giovani da ricordare (con imbarazzo e ironia) il terrore di diventare adolescenti. La decisione di Netflix di produrre una serie animata di questo tipo è stata vincente: l’animazione permette di girare attorno al problema di scene troppo esplicite che coinvolgono personaggi minorenni, con una generale atmosfera di ilarità e sarcasmo dissacrante.

2. Guardare Big Mouth per John Mulaney.

Adesso lo dirò: a me piace John Mulaney. Mi diverte, mi fa ridere, non scade in giochetti facili e banalità nei suoi comedy show. Quelli girati per Netflix (John Mulaney: The Comeback Kid e John Mulaney: Kid Gorgeous at Radio City) sono deliziosi, l’episodio di Saturday Night Live presentato da lui la scorsa stagione è esilarante. Qui, oltre a doppiare il protagonista Andrew, presta la voce ad altri personaggi di Big Mouth ed è anche consulente di produzione. Alcuni personaggi e battute sono chiaramente ispirati ai suoi spettacoli di stand-up comedy e alla sua idea di comicità.

3. I personaggi di Big Mouth

e i loro alter-ego nella realtà. L’idea di rendere la pubertà una vera e propria creatura mostruosa (il Mostro degli Ormoni Maurice per i ragazzi, la Mostr-essa Connie per le ragazzine), così come lo Spirito della Vergogna, è esilarante e perfetta per convogliare, in maniera ironica ma pungente, la dolorosa solitudine che i ragazzini sperimentano intorno a quell’età. Il cast che dona la voce ai personaggi di Big Mouth in versione originale è stellare: oltre a Nick Kroll (creatore e produttore della serie, voce di Nick, di Coach Steve e del Mostro degli Ormoni), molti grandi nomi della comicità americana sono presenti nella versione originale della serie tv. Connie è Maya Rudolph; il produttore geniale Jordan Peel (Scappa – Get Out e Blackkklansman tra i suoi successi) è la voce del fantasma di Duke Ellington; David Thewlis (il professor Lupin di Harry Potter nonché Ares in Wonder Woman) è esilarante nei panni dello Spirito della Vergogna. Senza dimenticare i camei di Kristen Bell come cuscino di Jay;  Kat Dennings nei panni di Leah e Gina Rodriguez che interpreta l’omonimo personaggio.

4. I temi seri e oscuri.

Il cuore della sceneggiatura di Big Mouth sono i drammi dell’adolescenza: dalle prime pulsioni sessuali all’attrazione per il migliore amico, dai cambiamenti del proprio corpo allo spirito da ribelle in erba. Trattati sempre con sarcasmo intelligente e un’ironia pungente, però, compaiono anche i temi dell’isolamento dei bambini disabili; delle malattie croniche (Devon soffre di artrite reumatoide e per questo i suoi compagni credono che sia un vecchio nel corpo di un bambino); del divorzio; della vita di coppia da adulti; della droga e dell’alcolismo. Tutti passati sotto la lente d’ingrandimento di bambini che stanno diventando ragazzi.

5. I riferimenti alla cultura pop.

Sono tantissimi i riferimenti e gli easter eggs distribuiti nelle prime due stagioni della serie animata Netflix. Da Mean Girls a Game of Thrones; lo stesso Scappa – Get Out; The Bachelor e Star Trek; Io e Annie; Inside Out sono solo alcuni dei film e delle serie tv a cui lo show fa riferimento in maniera più o meno esplicita. Ci sono perfino degli omaggi ai Simpsons nella scena della seconda stagione in cui Coach Steve e lo Spirito della Vergogna si trovano nei bagni della scuola – omaggi volgari e dissacranti, ovviamente.

Nell’insieme, cartoni come Big Mouth fanno un favore all’animazione e alla televisione nel suo complesso: le rendono socialmente rilevanti e, perché no, spassose. Solo occhio a non farli vedere ai minori di 14 anni!

Images Courtesy: Netflix

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