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Elio Fiorucci sì è spento oggi. È stato trovato morto nel suo appartamento di Milano, probabilmente stroncato da un malore. Aveva 80 anni lo stilista paladino della moda etica.

Ma in questi casi l’età non conta, perché quando un uomo che ha dato tanto alla moda e al costume se ne va è sempre una grande perdita. Ho voluto scrivere qualche riga perché ho avuto modo di apprezzare Elio Fiorucci negli ultimi tempi, lavorando al mio libro Vogueabolario – Le Parole della Moda. Ha iniziato la sua carriera negli anni ’60, ed è stato il primo a parlare di Street style. Seguendo i giovani americani nei mercatini dell’usato, ne ha colto il desiderio di riutilizzare le divise dei soldati in Vietnam, riempiendole di spille e brillantini per sottolineare il dissenso verso quella guerra in cui i giovani non si riconoscevano. È nato così l’uso modaiolo della stampa camouflage. E poi come dimenticare i suoi concept store, in cui riuniva stilisti emergenti e di nicchia affidandosi solo al suo istinto e alla moda che veniva dal basso? E gli shorts di jeans sfilacciati, con quelle campagna pubblicitarie di Oliviero Toscani che tanto hanno scandalizzato e affascinato?

Proprio in questi giorni in cui Franca Sozzani ha aperto un dibattito su cosa è lo Street style e che ruolo ha nell’influenzare la moda, colui che lo ha scoperto per primo ci ha lasciati.

Elio Fiorucci è morto. Ma il suo spirito libero, amante della natura, degli animali e dedito a quella love therapy così pop e scanzonata, rimarrà con noi.