Ciao a tutti! 🙂
Come state? Io oggi subirò un piccolo intervento (niente di grave tranquilli!) e dato che questa settimana sarò un po’ assente ho pensato di lasciarvi un estratto dal mio libro Vogueabolario – Le Parole della Moda per permettervi di addentrarvi nel mondo della moda, della sua storia e delle curiosità disseminate all’interno del libro!
Ecco a voi la voce relativa all’abbigliamento Righe, che spero vi piaccia. Fatemi sapere cosa ne pensate eh? Baci :*
Righe
Oliviero
Toscani per Vogue Italia, maggio 1971
La stampa tipicamente estiva e casual, immancabile nel nostro guardaroba, non è sempre stata in voga come oggi. Anzi, tutt’altro. Si legge nel Levitico, uno dei libri dell’Antico Testamento: «Non indosserai veste tessuta di due». Un’interpretazione troppo letterale e decisamente forzata del passo convince la
religiosissima società medievale che le righe vadano bandite dall’abbigliamento della gente perbene. Le “leggi suntuarie” specificano infatti colori, tessuti, fantasie, modelli che possono essere indossati o meno da alcun strati della società. Vestono a righe le prostitute, i giullari, i galeotti, i boia.
Nei secoli successivi la classica riga bianca e blu viene adottata come divisa ufficiale dei marinai, per due
motivi: permette di nascondere le macchie di sporco e di avvistare facilmente un uomo in mare. Nel 1858 in Francia una legge stabilisce anche il numero di righe cioè 21, una per ogni vittoria militare di Napoleone.
È durante la belle epoque, e poi soprattutto con la rivoluzione dei costumi operata da Coco Chanel che le righe diventano un fenomeno di costume, stampa semplice ma estremamente chic e anche
simbolo dell’eleganza essenziale dei francesi. Non è un caso, infatti, che il maggior produttore di maglieria alla marinara sia il francesissimo marchio Petit Bateau. Come sempre sono le grandi figure dell’ambiente artistico-culturale a trasformare un dettaglio in mania: Pablo Picasso, la stessa Coco Chanel e poi James Dean, Brigitte Bradot,Audrey Hepburn.
Anche le righe multicolor vivono negli stessi anni un grandissimo successo: sono protagoniste dell’abito da sera Vionnet nel 1923 e delle zeppe Ferragamo nel 1938. Questo tipo particolare di righe coloratissime, sia orizzontali che verticali, viene chiamato baiadera, un termine che viene dal portoghese e significa “ballerina”, poiché gli abiti delle danze tradizionali portoghesi sono ricchi di righe multicolor. Negli anni ’60 la casa di moda italiana Missoni farà delle righe colorate il proprio biglietto da visita.
Nel 1962 Yves Saint Laurent manda in passerella la sua prima collezione di alta moda dopo essersi allontanato dalla maison Dior, e la fa ruotare tutta intorno allo stile marinaresco, così il classico accostamento di bianco, blu e rosso torna alla ribalta. Alcuni anni dopo, all’inizio degli anni ’80 è l’eclettico Jean Paul Gaultier ad adottare questo stile, sia per le sue collezioni che per il suo abbigliamento. Quindi insomma, se quando indossate una maglia alla marinara vi sentite un po’ degli avanzi di galera … sappiate che siete in buona compagnia!
Vi è piaciuto conoscere qualcosa sull’abbigliamento righe?