The Boys è una delle serie tv più interessanti degli ultimi anni, e non solo per gli appassionati di supereroi e di fumetti. Chi mi conosce sa che per molto tempo ho avuto paura del sangue e della violenza, eppure questa parodia super splatter delle nostre vite mi ha conquistata. Perché? Perché sa raccontare la nostra società meglio di come avrei immaginato, e lo ha fatto soprattutto in questa quarta stagione.
Società e politica visti da The Boys
Questa serie tv di Erik Kripke, derivata dal fumetto dello stesso nome (che prima o poi leggerò) è sempre stata una satira, neanche troppo velata, della situazione socio-politica degli Stati Uniti. L’estremizzazione e la politicizzazione di qualsiasi argomento, l’arguta satira politica e le sfumature di significato di ogni azione, quando ripresa e commentata sui social media, sono i suoi ingredienti principali dalla prima puntata. Ma è con la quarta stagione che ha superato sé stessa. Soprattutto con il personaggio di Firecracker in The Boys.
Ma partiamo dall’inizio. The Boys racconta gli USA con una connotazione satirica. Questo è un mondo in cui i supereroi non solo esistono, ma sono parte della vita sociale e politica del Paese. A tenerne le fila è la Vought, una multinazionale supercattiva (ehm ehm) che ha modificato per sempre il concetto di Supereroe attraverso esperimenti con il Composto V. L’iniezione di questa sostanza dona poteri sovrannaturali di cui è impossibile prevedere i dettagli. E il resto è storia.
Patriota, il cattivo più spaventoso degli ultimi anni
Thanos, fatti da parte. Abbiamo un cattivo molto più spaventoso di te grazie a questa serie tv: è Patriota, il leader del gruppo dei Sette. Un supereroe creato in laboratorio grazie a un potente mix di Composto V e traumi infantili. Che delizia. Grazie anche alla bravura dell’attore Antony Starr, Patriota fa paura perché è molto, molto realistico.
Ci mette davanti alla dura realtà di cosa significhi dare “pieni poteri” (ehm ehm) a chi è fisicamente invincibile. E Patriota lo è, un po’ per i suoi poteri e un po’ per carisma che esercita sulla popolazione. Ricco, bellissimo, così perfetto da sembrare finto (e infatti lo è) nelle prime stagioni finge anche di essere buono. Ma dietro la facciata da Superman in versione Ken, si nasconde un pericoloso narcisista pronto a veder bruciare il mondo.
La pericolosità di calare i supereroi nel mondo reale
Gli Avengers ci hanno provato, ma non fino in fondo. Solo The Boys, prima con il fumetto e poi con la serie, ci ha mostrato davvero il volto di un potere sconfinato. Avere persone con abilità sovrannaturali al Governo o nell’esercito è abbastanza spaventoso di per sé, ma cosa succede quando queste persone sono anche affamate di gloria e assolutamente corrotte? Succede The Boys.
Una serie in cui gli eroi sono i cattivi e i buoni sono degli scappati di casa che non ne azzeccano una (o, quando lo fanno, è solo grazie a una potentissima dose di fortuna). Come nella vita vera, o no? Il potere, reale e metaforico, si concentra nelle mani di una manciata di persone invincibili e lascia le briciole a tutti gli altri.
Supereroi e super politici
La serie tv di Amazon mescola abilmente la satira del mondo dei supereroi (ci sono le parodie di tutti i personaggi Marvel, gli X-Men e gli eroi DC) con la realtà del mondo che ci circonda. Mentre una multinazionale tiene in scacco il futuro politico, economico e la stabilità internazionale della più grande Potenza Mondiale, il resto del mondo ha gli occhi fissi sullo schermo, pronto a idolatrare chi lo schiaccia.
Non ti sembra una trama molto simile a quella delle nostre vite? Sarebbe già abbastanza divertente se la parodia si fermasse qui, ma va oltre. In una mossa che a molti appare fuori contesto rispetto ai fumetti, The Boys prende ispirazione dalla vita vera e ci mostra la farsa in cui viviamo. Lo fa con una serie di scene esilaranti, ma soprattutto con alcuni personaggi veramente incisivi.
Perché la quarta stagione ha raggiunto un altro livello?
Per una serie di motivi chiarissimi a chi conosce la situazione socio-politica americana (ma anche quella europea), The Boys 4 è una vera perla di satira politica e sociale. Sarà perché questo è l’anno delle elezioni, sarà perché i social entrano di prepotenza nelle strategie di buoni e cattivi, sarà perché è arrivato uno dei personaggi più interessanti dell’intera serie.
Sarà, soprattutto, perché The Boys 4 ci ha guardati in faccia e ci ha detto: “Ehi, dico a voi. Quando diciamo che la gente comune è completamente scema, mi riferisco esattamente e specificatamente a voi!“. Brutale, lo so. Negli Stati Uniti è successo che molti fan repubblicani si siano indignati per la puntata sul “TruthCon” e si siano resi conto, per la prima volta, di essere loro il bersaglio della parodia. Ma non sono mica gli unici.
Firecracker in The Boys 4
La puntata 4×02 “Vita tra gli Yankee” è stata il battesimo di questo delizioso personaggio. Firecracker è una Supe, come molti altri personaggi, ma è anche una bigotta suprematista bianca che diffonde fake news per infangare la reputazione dei suoi avversari politici (suona familiare?). Il suo momento di gloria arriva proprio in questa puntata, quando al TruthCon (la convention dei complottisti di ogni tipo) fa questo meraviglioso discorso a Sister Sage, la persona più intelligente della Terra.
Parlando del suo popolarissimo show “The truth bomb” (di nuovo, suona familiare?) dice:
“Io li riunisco [gli oppressi, i perdenti, i dimenticati dal Governo], racconto loro una storia, do loro uno scopo. […]Tu a cosa preferiresti credere: che appartieni a una comunità di guerrieri che combattono un male segreto, o che sei un perdente insignificante di cui nessuno si ricorderà mai?”
Firecracker nell’episodio 4×02 di The Boys
E non è questa la deliziosa, macabra eppure vincente arma della propaganda?
Teorie del complotto e propaganda nella vita vera
Quante volte abbiamo sentito, letto o immaginato questo stesso discorso risuonare nella mente di fuffa guru, finti scienziati, terrapiattisti e complottari di ogni tipo? La vera arma della propaganda è attingere a quella sensazione di essere abbandonati, insignificanti, piccoli, perdenti. Di non avere un posto nel mondo. Convincerci che stiamo combattendo contro un male segreto (i vaccini, il deep state, la terra tonda, i Rotschild, la medicina tradizionale) ci fa sentire di avere uno scopo.
Di più: ci fa sentire di avere un valore. Un valore maggiore rispetto agli altri, le pecore, il gregge, quelli che credono ai medici e agli scienziati. Quelli che non si “informano autonomamente”. Poco importa che quelle informazioni arrivino da fonti per nulla attendibili e non abbiano alcun riscontro nella realtà. Ci sentiamo custodi di un sapere segreto, eletti, perfino un po’ martiri con il peso di portare la verità e la giustizia nel mondo.
Chi siamo noi, in The Boys 4?
Difficile a dirsi. Perché se non siamo tra i seguaci di Firecracker, forse siamo consapevoli della differenza tra realtà e finzione, tra oggettivo e soggettivo, tra scienza e fantasia. Siamo degli Starlighter. Bravissimi, per carità, a individuare chi ha torto e chi ha ragione. A combattere contro una falsità propagandistica che nega con ipocrisia i dati reali. Siamo perduti, antichi eroi per davvero.
E a cosa ci serve? A dire che siamo i buoni? Forse. A cambiare le cose e costruire una società davvero più equa per tutti, dove Patriota e le sue bugie e tutte le discriminazioni sistematicamente portate avanti dalla Vought non esistano più? Non lo so. Forse siamo solo, anche noi, convinti di avere la verità in tasca e invece non abbiamo capito niente. Chissà, forse stiamo lottando contro i mulini a vento perché, in fondo, anche noi sentiamo di essere insignificanti se non lo facciamo. Ma almeno siamo dalla parte giusta. Forse. Forse dovremo aspettare la stagione 5 per scoprirlo.