Valentino Haute Couture 2017 e Roma sono due termini inseparabili: in tantissime occasioni, la maison italiana ha tratto ispirazione dalla Città Eterna e dalla sua storia, sublimandone il fascino in splendide collezioni haute couture. Per l’ultima sfilata che ha incantato la Paris Fashion Week dedicata all’alta moda, Pierpaolo Piccioli ha tratto ispirazione dalla Chiesa, altro elemento inscindibile dal fascino e dalla meraviglia di Roma. Cosa significa haute couture? Per Valentino diventa spazio dell’arte sacra, che si tinge di dettagli profani e peccati mortali. L’estetica di riferimento è quella dei ritratti di sacerdoti e vescovi, suore e martiri, dipinti da Zurbarán con colori accesi e broccati.
I lunghi abiti-cappa, i soprabiti e i completi hanno linee pulite e fluide, tessuti preziosi (primi fra tutti il velluto e il tulle) e pochi orpelli. La palette dei colori, come già da qualche stagione per le sfilate Valentino, ricorda una macedonia: kiwi e fragola, lampone e banana compongono look dall’apparente semplicità. Le cappe e i lunghi abiti, dalle linee quasi minimaliste, richiedono infatti più di mille ore di lavoro nell‘atelier Valentino. “La bellezza di un vestito di atelier non rivelerà mai tutto il tempo di lavorazione necessario per crearlo” racconta il direttore creativo Pierpaolo Piccioli. Così l’haute couture riesce nell’impresa di interpretare il sacro, proprio perché è ciò che di più lontano dalla realtà si possa immaginare. La sfilata Valentino haute couture 2017 celebra il sacro e il profano, la santità e il peccato. Gli accessori, realizzati da Harumi Kossovka per la sfilata Valentino di Parigi, hanno forme di animali che rappresentano i sette vizi capitali. Il look più spettacolare? Un semplicissimo top in velluto nero ricoperto da un abito ampio con frange di vetro. Less is more.
Foto da Vogue.com