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Perché guardare The Crown 4 ha creato tutto questo tumulto? Beh perché qui si entra nel vivo, ragazzi. Comincia la storia vera, o meglio, una spettacolarizzazione della storia che conosciamo come vera. Vi spiego un po’ perché questa stagione mi ha messa veramente in difficoltà.

Guardare The Crown 4? Non è stato come le altre stagioni

The Crown è una delle serie tv di Netflix più amate e apprezzate in tutto il mondo. Giunta ormai alla quarta stagione, era inevitabile che tenesse incollati allo schermo milioni di spettatori. Soprattutto durante un semi-lockdown.

Però non è stata esattamente la stessa cosa che guardare The Crown nelle stagioni precedenti, vero? Almeno, per me è stato così. Non saprei spiegare benissimo il perché, ma i dettagli dell’infelice matrimonio tra Carlo e Diana mi hanno fatta sentire veramente in imbarazzo. Proviamo a capire cosa ci ha fatto tanto male, vi va?

The Crown è stata autorizzata dalla Royal Family?

No, babies. The Crown non ha ottenuto l’autorizzazione dei reali, anche se si dice che molti di loro (Queen Elizabeth e Camilla Parker-Bowles in testa) guardino ogni stagione con avidità. Quindi è la storia vera della Regina Elisabetta?

Eh ecco, qui la faccenda si fa complicata. Come ogni mezzo di intrattenimento che si ispira a una storia vera, guardare The Crown non è lo stesso che guardare un documentario sui Windsor. Si tratta, in fondo, di fiction. Quello che zia Betty e zia Margaret si dicevano per telefono, noi non lo sapremo mai, come è giusto che sia.

Il creatore della serie, Peter Morgan, ha certamente preso spunto da documenti, biografie ufficiali e non ufficiali, comunicati della Casa Reale. Ma questo è quanto. C’è un limite a quello che sappiamo dei personaggi famosi, e ciò vale ancora di più se si tratta di personaggi istituzionali e/o politici. Nel giornalismo americano, la si chiamerebbe creative non-fiction: non si tratta di storie inventate, ma certamente “manipolate”.

Life doesn’t make narrative sense

Lo diceva la mia canzone preferita di Crazy Ex-Girlfriend, avete presente? La vita non ha narrativamente senso. Eh sì, perché la vita, quella vera, non ha il ritmo che una narrazione richiede. Ci sono pause, flashback, punti di vista da tenere in considerazione.

Ogni storia è, in parte, una storia vera, ma le storie vere non sono così affascinanti come le favole. Pensate alla vostra vita. Quanti momenti sono stati veramente significativi, quanti mesi o anni saltereste per raccontarli in maniera coinvolgente? Lo stesso accade nella sceneggiatura di film e serie tv o nella stesura di libri tratti da storie vere. Tratti, appunto, perché la storia vera non avrebbe l’appeal che ogni mezzo di intrattenimento richiede.

Allora qual è il problema nel guardare The Crown 4?

Se la realtà e la finzione si possono manipolare a piacimento per intrattenere il pubblico, perché guardare The Crown 4 mi ha sconvolta così tanto? Non so se per voi sia stato lo stesso, ma questa è la mia idea.

Fino ad ora i film e le serie tv, soprattutto in costume, che ho guardato con maggiore interesse, erano ambientate in tempi molto lontani dai miei. E le prime tre stagioni di The Crown rientravano in questo ambito. Sì, la storia della Regina Elisabetta II mi ha affascinata da sempre, ma vederla sullo schermo a 25 anni non mi sembrava reale.

La Regina del 1947 è così temporalmente e culturalmente lontana da me da rientrare nella categoria “personaggi storici”. La Regina del 1977, quella che incontriamo all’inizio di The Crown 4, è più facilmente raggiungibile dalla mia fantasia. Intendiamoci, io non ero ancora nata alla fine di questa stagione (che si ferma al 1990), però Diana me la ricordo. Ricordo le lacrime di mia nonna per la sua morte. Tutto troppo reale.

Mi sento in imbarazzo

Sì, mi sento in imbarazzo a osservare le vicissitudini tormentate di Carlo, Diana e Camilla. Mi inquieta vedere i problemi alimentari della Principessa Triste raccontati così, senza pudore. Sarà che per gli inglesi io ho una certa fascinazione da sempre, e forse ne ho colto nel tempo la riservatezza.

Guardare The Crown 4 mi è sembrato come entrare in casa dei vicini mentre stanno litigando. Li saluti, li conosci per nome, sai che lavoro fanno e li annoveri tra le persone che conosci. Ma non li conosci veramente, non vuoi sapere i fatti loro intimi e personali, le corna e le litigate e le camere separate e tutto il resto appresso.

Forse, come saggiamente dice Camilla nell’ultima puntata, tra la realtà e la favola preferiamo sempre la favola. Oppure la realtà raccontata in prima persona. Ma la favola così, denudata della sua magia e data in pasto agli occhi scrutatori di tutto il mondo nella sua cruda tragedia, ci incupisce. Qui c’è una famiglia Reale e reale, le cui nefandezze, come in ogni famiglia, sono profondamente private. Quanta realtà siamo disposti a dare in pasto all’intrattenimento?

Tutte le immagini appartengono a Netflix.

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