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Con questo post starò antipatica a molti, ve lo dico. Però lo scrivo lo stesso, perché questo è il mio spazio personale. Non vengo pagata da nessuno, non ho obblighi verso nessuno e ciò che scrivo qui lo scrivo solo perché suscita in me il desiderio di comunicare. 

Bene. Ieri si è svolta ad Altaroma la finale di Who is on Next?, il concorso organizzato in partnership con Vogue Italia. Prima di proclamare i vincitori, Franca Sozzani ha fatto uno strano discorso contro i blogger, che all’inizio nessuno ha capito e che è stato spiegato chiaramente oggi sul suo blog. A quanto pare alcuni finalisti, accusati di aver creato degli outfit troppo estrosi, hanno detto alla giuria:

“Da quello che postano i fashion blogger sembra che alla stampa piaccia solo l’eccesso, il di più, il troppo. Scarpe importabili, ricami, guanti, gioielli, tutto e di più! Anche il cattivo gusto. Avevo paura di essere troppo semplice”

Spaventoso. Io non sono ovviamente contro i blogger (lo sono anch’io!) ma si tratta purtroppo di una categoria tanto vasta da comprendere sia chi si cura del contenuto sia chi non sa mettere due parole in fila e punta solo sull’immagine. Niente di male eh, nel 2015 e soprattutto sul web la comunicazione DEVE avvalersi dell’immagine, ma l’immagine deve trasmettere qualcosa. Un’idea, un progetto, un’ispirazione. Non il concetto “mi sono messa addosso quattro cose a caso per sembrare estrosa e farmi notare”. NO? 

E che c’entra questo con la sfilata Mirabilia Romae di Valentino? Forse nulla, forse tutto. Per la prima volta dopo tantissimi anni, il 9 luglio l’Imperatore è tornato in patria. O meglio, i suoi successori Chiuri e Piccioli. Con una sfilata-evento, tre giorni di party, una mostra diffusa che nasconde creazioni Valentino negli angoli più inaspettati della città. Un tributo a Roma, culla della cultura, dell’arte, della meraviglia e dello stupore, e anche dei primi passi di Valentino nel mondo della moda. Una città che – chi mi segue su facebook lo sa– frequento spesso ultimamente per il mio master e che mi affascina ogni giorno. La sfilata ha portato in passerella tutti i simboli delle meraviglie romane, dalla gonna in stile gladiatore alla cappa che ricorda il Colosseo. Dall’abito col corpetto di spighe, testimonianza della fertilità della nostra terra, al velluto rosso che ricorda la sede della Chiesa ma anche la regalità di Roma caput mundi

Tante blogger (quelle di cui parlavamo sopra, che forse della moda non sanno nulla se non che se ti trovi all’ingresso di una sfilata con un boa di struzzo verrai notata da tutti) hanno commentato la sfilata con espressioni come “noiosa, banale, pesante”, “riferimenti bigotti alla Chiesa”, “meno male che ci sono le rockstud, se no Valentino sarebbe fallito”. 

Io non ho parole per descrivere la classe, l’eleganza, la maestosità di Chiuri e Piccioli in questa ennesima prova del loro talento. Ma la bellezza, se non è urlata, non piace più.

Mi dispiace essermi dilungata tanto, e spero di conoscere le vostre opinioni in merito 🙂 

Foto da Vogue Italia