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Chi soffre di una malattia cronica, soprattutto se non riconosciuta come tale dal proprio Stato, si chiede come affrontare il problema dell’impiego. Lavorare con la fibromialgia è possibile? Sì, con i giusti accorgimenti e un ambiente lavorativo assolutamente accogliente.

Oltre che possibile, direi che lavorare quando si ha una malattia cronica non riconosciuta sia indispensabile. Infatti le spese per esami, analisi, farmaci, visite mediche si moltiplicano. Ma se ho la fibromialgia, che lavoro devo fare?

Fibromialgia e lavoro agile

Lo smart working ha reso decisamente più semplice lavorare con la fibromialgia. Il nostro problema principale, infatti, è l’imprevedibilità della malattia che ci costringe a non poter programmare i nostri impegni, neanche quelli lavorativi.

Quindi come lavorare con la fibromialgia? Abbiamo bisogno di un impiego flessibile, delle nostre comodità casalinghe, di tutte le pause pipì necessarie per i nostri problemi urinari. Eh sì, anche questo è da mettere in conto. La pandemia da Covid-19 ha permesso a molti lavoratori di effettuare il proprio mestiere da casa, ma non sempre ciò è ben visto dal datore di lavoro.

E comunque vaccinazioni, green pass e tamponi permettono di aggirare l’ostacolo se lavorare con la fibromialgia in ufficio, secondo il tuo capo, è possibile.

Lavorare con la fibromialgia? Solo con il capo giusto

Il manager o il capo dell’ufficio per cui lavori deve essere una persona estremamente sensibile e attenta per permetterti di lavorare con la fibromialgia da casa. Non tutti infatti comprendono le sfide quotidiane a cui siamo sottoposti.

Alcuni dei problemi che abbiamo nel lavorare con una malattia cronica riguardano:

  • l’impossibilità di prevedere l’arrivo di un attacco e quindi di programmare appuntamenti importanti (riunioni, meeting con i clienti o con i colleghi);
  • la necessità di una serie di comodità extra come il cuscino lombare, la giusta sedia per il pc, abbigliamento comodo per lavorare con la fibromialgia;
  • la paura di non avere con sé tutte le medicine necessarie per affrontare un attacco;
  • la necessità di fare una pausa ogni volta che il fisico non ce la fa più;
  • il bisogno di comprensione quando la fibro-fog fa capolino e disturba la nostra concentrazione sul lavoro.

Chi può aiutarti in questa situazione?

Ecco la parte difficile: dove trovo un capo che mi faccia lavorare con la fibromialgia alle mie condizioni? Puoi cercarlo tra persone che hanno una patologia cronica e sanno cosa significa conviverci. Oppure tra gente dalla spiccata empatia per i problemi altrui.

Altrimenti, la soluzione è una sola: lavorare con la fibromialgia da freelance. Per anni io ho perseguito questa carriera e, adesso che ho un impiego fisso in smart working, mi sento comunque di consigliarla. Chi soffre di una malattia cronica conosce sé stesso e il proprio corpo.

Sa quali sono i suoi limiti di tempo, di spazio, di concentrazione e di impegno fisico. Insomma, sa come può lavorare con la fibromialgia e ottenere soddisfazioni e perfino uno stipendio. Quindi sì, la carriera da libero professionista resta la migliore per lavorare senza essere schiavi della nostra malattia.

Almeno finché non otterremo il giusto riconoscimento. Dopo potremo fare altre valutazioni sulla fibromialgia e l’accesso al lavoro agile, sui benefici che lo Stato concede a chi ha una malattia invalidante e tanto altro. Per il momento, prendiamo per buono quello che abbiamo e sorridiamo alla vita. Il prossimo successo lavorativo è dietro l’angolo!