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Finalmente è arrivata la stagione finale di Squid Game, la terza. E ci troviamo, come dopo la prima e la seconda, a chiederci cosa volesse dirci il creatore e regista della serie Hwang Dong-hyuk. Per essere una serie incentrata sulla violenza “gratuita” e sui giochi mortali, è riuscita a raccontarci molto degli esseri umani, del mondo e dei nostri preconcetti. Andiamo ad analizzare insieme questo finale e scopriamo simbolismi nascosti e significati delle scelte dei personaggi. Queste sono solo le mie personali interpretazioni della storia, non litighiamo per una serie tv mentre il mondo brucia. Scambiamoci opinioni con gentilezza, beviamo tanta acqua ed evitiamo di uscire nelle ore più calde.

ATTENZIONE: da qui in poi troverai spoiler per il finale di Squid Game e anche per le tre stagioni complessive.

Ti faccio anche un grosso TRIGGER WARNING: si parla inevitabilmente di morte, di violenza e di suicidio, se non te la senti ci salutiamo qui.

finale di Squid Game: la locandina della stagione 3 mostra Gi-hun in piedi nell'iconica tuta verde con il numero 456, circondato da bare con il fiocco rosa

Riassunto delle stagioni 2 e 3

Se la prima stagione ci aveva scioccati e attaccati allo schermo con un ritmo serrato, tanta violenza e una serie di colpi di scena, eravamo rimasti anche con un grosso dubbio. Ci siamo chiesti chi siamo noi in Squid Game e ci siamo accorti di essere i VIP. Sì, ok, non siamo miliardari (almeno, parlo per me) ma siamo annoiati e alla ricerca di sensazioni forti. Questo era, secondo Oh Il-nam (il numero 001 della prima stagione) il motivo stesso per cui i giochi erano nati. Quando hai tutto, ma proprio tutto, annoiarsi è facile e inventare modi sempre più stressanti e violenti per divertirti è una soluzione.

Lo sai che cos’hanno in comune una persona senza soldi e una persona che al contrario ne possiede una quantità eccessiva? Lo sai? Per loro la vita non è affatto divertente. Se possiedi troppo denaro, non importa cosa compri, mangi, o bevi, alla fine diventa tutto molto noioso. A un certo punto i miei clienti hanno iniziato a dirmi tutti la stessa cosa: che non provavano più alcuna gioia, nonostante il denaro che avevano. Quindi ci siamo riuniti e abbiamo riflettuto un pò. Che possiamo fare per rendere la vita più divertente?”

[Squid Game 1×09]

Così un club di miliardari realizza qualcosa di finalmente adrenalinico. Una serie di giochi, ispirati a quelli che i bambini fanno in Corea del Sud. 456 partecipanti vengono scelti per questi giochi. Sono persone disperate, indebitate fino al collo, perseguitate dagli strozzini, che cercano un modo per sopravvivere. E davanti alla proposta di vincere 45.600.000.000 ₩, accettano. Non sanno che c’è un twist: i giochi sono mortali. Chi perde viene “eliminato” letteralmente.

La ricerca di senso

Se i ricchi a un certo punto si annoiano, quelli che diventano ricchi improvvisamente dopo aver ucciso o aver visto uccidere 455 persone fanno più fatica. Succede a Seong Gi-hun che, dopo aver vinto i giochi nella prima stagione, non riesce a vivere una vita tranquilla negli agi. Si rifugia in un motel con i suoi miliardi e un unico pensiero in testa: distruggere i giochi. Parleremo nel dettaglio del suo personaggio nella prossima puntata di Ma parla di me?, per cui ti invito a iscriverti alla newsletter in cui condivido ogni mese un character study su uno o più personaggi della cultura pop.

Per il momento, ti basti sapere che nella stagione 2 Gi-hun torna a giocare con l’obiettivo di distruggere l’organizzazione dall’interno e che fallisce miseramente. Il finale di Squid Game e l’intera terza stagione raccontano come Gi-hun affronti le conseguenze di questo fallimento. I suoi amici e alleati all’interno del gioco sono quasi tutti morti e gli altri sono troppo deboli o troppo avidi per mettere fine alla mortale competizione. Ma non perde la speranza negli esseri umani.

Una scena dalla puntata 3x04: una guardia scorta Gi-hun nella sala del Front Man

Cosa succede nella stagione finale di Squid Game?

La terza stagione ci porta a vivere gli ultimi tre giochi di questa edizione. C’è il nascondino, un momento terribile in cui i giocatori sono costretti a uccidersi tra loro (ma con un pugnale bellissimo e molto pop); un salto della corda che si rivela decisivo nell’eliminare uno dei personaggi più amati, e infine Squid Game in aria, una versione ancora più pericolosa del gioco del calamaro. Vediamo insieme cosa succede e i significati simbolici dietro le scelte dei personaggi. O almeno, quelli che ho colto io.

Il gioco del nascondino: chiavi e coltelli

Il quarto gioco di questa stagione è, come tutti gli altri, una versione perversa di un gioco da bambini: nascondino. I giocatori sono divisi in due squadre estratte a sorte: le chiavi e i coltelli. I primi hanno al collo delle chiavi che possono usare per aprire le porte del labirinto o, se la trovano, per scappare dalla via d’uscita. I secondi, che hanno in mano un pugnale, devono uccidere almeno uno dei giocatori che si nascondono per poter fuggire. La potenza della messa in scena è chiara. I giocatori, che finora hanno potuto scegliere se uccidere qualcuno, a questo punto vi sono costretti. E alcuni, con motivazioni più o meno comprensibili, ci prendono gusto. Il 333 lo fa (dice) per salvare l’ex fidanzata incinta, il 124 perché la droga lo ha reso ancor più su di giri, altri semplicemente perché ogni giocatore ucciso significa meno avversari e un jackpot più generoso.

Il finale di Squid Game e la nascita della neonata

Nonostante la situazione tutt’altro che rosea, 222 partorisce proprio in una delle stanze del nascondino. Ad aiutarla la nonnina n°149 e la giocatrice 120, una donna trans che, grazie al suo passato da militare, riesce a mantenere al sicuro la sala parto improvvisata. Qui vediamo finalmente nascere la neonata che 222 portava in grembo, non senza pericoli e difficoltà. Però è anche il momento in cui 120 viene uccisa proprio da 333 con una coltellata alla schiena. Si conclude così il percorso di un personaggio amatissimo dai fan, nonostante la controversa scelta di farlo interpretare da un uomo. Ma la nascita della neonata è un simbolo potente. La vita che si fa strada, nonostante tutto, in mezzo alla morte.

Una scena della puntata 3x01: il giocatore 007 e sua madre, la giocatrice 149, discutono su chi debba nascondersi e chi debba cercare.

007 e 149, perché la madre ha ucciso il figlio?

Quando il gioco sta per finire, il giocatore 007 arriva nella stanza in cui 222 e 149 (sua madre) stanno finalmente guadagnando l’uscita. Come la madre immaginava, non è riuscito a uccidere nessuno e quindi sarà a sua volta “eliminato” dalle guardie. Con un’ultima mossa disperata, si fionda contro 222 e la neonata che tiene in braccio, finché sua madre usa l’arma nascosta nel fermaglio per colpirlo alle spalle. Non lo uccide, ma gli impedisce di compiere l’omicidio. L’uomo viene poi eliminato dopo che la madre e la ragazza sono riuscite a scappare. In uno struggente dialogo con Gi-hun, la donna n°149 racconta l’accaduto. E capiamo perché abbia ucciso il figlio. L’uomo aveva già tentato di uccidersi qualche tempo prima quando, esasperata per i debiti, proprio lei gli aveva detto che era un fallimento. Adesso, dopo essere entrati insieme in questo gioco mortale proprio per pagare quei debiti, la mamma lo ha in fondo salvato. Sarebbe morto comunque: era un debole, incapace in molti giochi, ansioso, ma soprattutto buono. Gli ha permesso di morire senza diventare un assassino, ultima grazia che si possa ottenere quando si gioca agli Squid Game.

Il gioco del salto della corda

Manca ancora un gioco prima di arrivare a quello finale di Squid Game: il salto della corda. Gi-hun attraversa il ponte mortale per primo, tenendo stretta a sé la neonata dopo aver promesso a 222 che se ne sarebbe occupato. Promette anche di ritornare a prenderla, perché la ragazza si è rotta una caviglia durante il gioco precedente e non può saltare. Ma qualcosa interrompe i piani dei due. Gli altri giocatori iniziano a buttarsi giù a vicenda per ridurre il numero di avversari. Questo è già successo in altri giochi, ma qui è in qualche modo ancora più feroce. Dopo aver ucciso per sopravvivere durante il nascondino, i giocatori sono anestetizzati alla violenza a trovano più facile uccidere altre persone per il proprio tornaconto.

Una scena della puntata 3x04: dopo aver affidato la sua bambina a Gi-hun, la concorrente 222 si butta giù dal ponte nel gioco del salto della corda

Cosa significa il sacrificio di 222 per la neonata?

Il tempo stringe, Gi-hun non riesce a tornare indietro. Così 333, che è il padre della bambina, si offre di aiutare la madre ad attraversare il ponte. Ma lei lo rifiuta, perché ha ucciso la sua amica (120) nel gioco precedente. Piuttosto, visto che non riesce a saltare la corda da sola, si getta spontaneamente dal ponte. Perché lo fa? Perché non si fa aiutare dal suo ex fidanzato? Anche se non sono rimasti in buoni rapporti, è comunque la sua unica possibilità di salvezza. Qualcuno vede in questo suicidio la scelta di una donna che preferisce salvare sua figlia affidandola a un uomo di cui si fida, piuttosto che al padre che si è dimostrato un assassino. Non so se sono d’accordo con questa teoria, ma so che magari una che ha appena partorito ed è (come gli altri) nel bel mezzo di una carneficina non riflette in modo completamente lucido.

Il gioco finale di Squid Game in aria

Il gioco finale di Squid Game 3 è una re-interpretazione del gioco del calamaro che abbiamo visto nella stagione 1. Invece che in uno spazio aperto, i concorrenti si trovano su tre piattaforme sopraelevate a forma di quadrato, triangolo e cerchio. Il loro obiettivo è buttare giù almeno un giocatore (che sia ancora vivo) da ogni torre. Essendo in 9, i sei giocatori più spietati si mettono d’accordo per eliminare la neonata 222, il protagonista 456 e il tossico in crisi d’astinenza 125. C’è qualcosa di davvero spaventoso in questi uomini di mezza età in giacca e cravattino che discutono amabilmente di come uccidere una neonata. Votano “democraticamente”, sostengono. Non ti hanno fatto pensare ai ricchi e potenti della Terra, che dall’alto della loro torre d’avorio decidono chi deve vivere e chi morire, adducendo persino spiegazioni razionali alle loro scelte?

Una scena della puntata finale di Squid Game: Gi-hun protegge la neonata nel corso del gioco del calamaro in aria.

Cosa simboleggia il sacrificio di Gi-hun?

Uccisi (in modo a volte rocambolesco e a volte del tutto irrazionale), gli altri giocatori, sull’ultima piattaforma rimangono Gi-hun, la neonata e il padre 333. Quest’ultimo non si fida del protagonista e vorrebbe farsi consegnare la bambina. E Gi-hun a sua volta non si fida di lui. Ci rendiamo conto forse per la prima volta che questi due personaggi non si sono mai parlati e non hanno motivo di affidare il futuro (la neonata) l’uno all’altro. Così accade l’inevitabile. Lottano, Gi-hun uccide 333 e poi si lancia di sotto per far vincere la bambina. Non poteva andare diversamente. Parlerò, come ti ho detto, delle scelte di Gi-hun in una puntata della mia newsletter, ma qui succede qualcosa che non possiamo ignorare.

Non siamo cavalli, siamo umani

Tu scommetti sui cavalli, noi scommettiamo sugli esseri umani. Voi siete i nostri cavalli” aveva detto il Front Man a un Gi-hun bendato alla fine della prima stagione. Dopo due intere stagioni in cui le filosofie di questi due personaggi si sono scontrate e il Front Man ha visto il suo avversario scegliere sempre la speranza, sempre l’umanità, finalmente Gi-hun può rispondere. “Noi non siamo cavalli. Siamo esseri umani. Gli esseri umani sono…” la fine della sua frase rimane in sospeso. Cosa sono gli esseri umani?

Il significato del finale di Squid Game, secondo me

Cosa sono gli esseri umani? La serie tv lascia a noi la scelta. E molti pensano che sia proprio questa la conclusione della frase: “Gli esseri umani sono dotati di libero arbitrio. Possono mettere fine alle atrocità“. Io ho la mia personale interpretazione. Gli esseri umani sono complessi“, mi sembra che dica Gi-hun. Sono capaci di atrocità tanto quanto di gesti generosi. E sono tanto più complessi quanto complesso è il mondo in cui si trovano a vivere. La situazione della neonata, costretta a giocare a un gioco che non ha scelto, non è in fondo anche quella degli altri giocatori? Non è quella di tutti noi?

Stiamo tutti giocando a un gioco di cui un manipolo di persone decidono le regole. La scena in cui i giocatori decidono “democraticamente” cosa fare ci fa soffrire, perché la neonata non può votare. Ma anche Gi-hun non ha potuto votare in due delle puntate precedenti, perché ammanettato al letto. Quanto è giusto e imparziale il gioco a cui giochiamo, se alcuni di noi sono ammanettati dalla povertà, dalla malattia, dall’ignoranza? Alla fine Gi-hun non ha potuto fermare il gioco. Neanche il detective. Nessuno può. Il gioco è truccato fin dal principio. Agli esseri umani resta la sola libertà di decidere quanto sacrificare della propria compassione e della propria coscienza durante il gioco.

Una scena del finale di Squid Game: Gi-hun si sacrifica per far vincere il gioco alla neonata.
Tutte le immagini appartengono a Netflix

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