Sono così felice che tu sia qui: vuol dire che ti interessano le nozioni di femminismo e maschilismo e tutte le potenziali categorie di privilegio ed oppressione che le intersecano. Quindi sei già un bel po’ avanti rispetto alla media delle persone che incontro sui feed dei miei social! Oggi facciamo una breve (ma non troppo) panoramica di alcuni termini che forse non conosci, o non perfettamente. Ti racconterò quanto ci sia ancora da imparare, a chi rivolgerti per farlo e come non lasciarti sopraffare.
Femminismo e maschilismo sono contrari?
No, ecco partiamo da qui. Il femminismo è una corrente sociale e politica che risale al 1700 e che ha subito diverse “ondate”. Attualmente siamo nella quarta ondata femminista, che si contraddistingue per la sua spinta intersezionale. Un’altra parola difficile! Ecco cosa vuol dire: che i femminismi (sì, sono diversi) di oggi tendono a non escludere nessuna persona dalle loro analisi e dalle loro lotte. Se per secoli le donne bianche eterosessuali si sono occupate prevalentemente di sé stesse, oggi l’obiettivo è avere la massima libertà per tutti, tutte e tuttə.
Per maschilismo invece non si intende un vero e proprio movimento, ma un sistema che permea la società da millenni. Radicato in tutte le culture, in tutte le religioni e in ogni angolo del mondo (ti suggerirò dei libri in proposito) è il nemico n°1 del femminismo. Attenzione, non delle femministe o delle femmine. Il maschilismo fa male a tutti, uomini e donne. Ci ingabbia in scatole dalle quali facciamo fatica a uscire e mantiene inalterata la scala di privilegi ed oppressioni che invece vorremmo abbattere. Insieme.
Cosa posso fare se non so nulla di sessismo e non so da dove cominciare?
Intanto, come ti dicevo, sei già qui ed è un bel passo avanti. La prima cosa che puoi fare è cominciare a mettere in discussione le cose in cui credi, che ti sembrano scontate. Ti faccio un esempio. A casa della nonna, la domenica dopo pranzo, zie e nipoti si mettono a sparecchiare mentre gli uomini commentano l’ultima partita di calcio? Chiediti perché. Forse uno o due dei membri maschili della famiglia hanno dei problemi di salute, non possono portare pesi o stare in piedi a lungo. E gli altri? C’è un modo per ridistribuire meglio il carico e magari finire prima le faccende? Così poi si gioca a Monopoly tutti insieme e magari ci si diverte di più, per esempio.
Un altro. Ti capita di incontrare una vicina di casa che sta portando dei pesanti sacchetti della spesa su per le scale. Ti offri di aiutarla. Sei davvero gentile, non c’è che dire. La volta successiva, quando passi per le scale, c’è un uomo che sta portando la stessa quantità di sacchetti. Aiuti anche lui? E se no, perché? Pensi che la gentilezza sia da riservare solo alle donne perché più emotivamente sensibili? O credi che una donna sia più debole di un uomo, a prescindere da età, condizioni di salute ecc.?
Tutto il resto
Legati ai temi di femminismo e maschilismo ci sono le discriminazioni di identità di genere ed orientamento sessuale. Ti stai confondendo? Niente paura. L’identità di genere è la categoria che corrisponde a chi sentiamo di essere (uomo, donna, non-binario). L’orientamento sessuale corrisponde al genere che ci attrae (eterosessuale, omosessuale, bisessuale, ecc. ecc.). Conta che questa è una grossa semplificazione eh, ma ci serve già a capire quanto femminismo e maschilismo si mostrino nella nostra vita quotidiana.
Il collega che lavora alla scrivania accanto alla tua si presenta in ufficio con lo smalto alle unghie. Il suo lavoro, la sua professionalità e la sua cortesia con gli altri colleghi sono rimasti invariati, ma il suo aspetto ti disturba? Chieditelo e risponditi sinceramente. Non aver paura di quella che sarà al tua risposta istintiva: siamo tutti, tutte tuttə invischiati in questo sistema da secoli. Se la risposta è sì, chiediti perché. Cosa, in quelle unghie colorate, ti fa pensare che il tuo collega sia meno preparato, meno professionale o, peggio ancora, meno uomo? Queste convinzioni hanno una corrispondenza con la realtà?
Omofobia, bifobia e tranfobia
Stesse domande, scenario diverso. Tua cugina ti rivela che finalmente ha deciso di comprare casa… con la sua fidanzata. All’improvviso la confusione ti avvolge, perché fino a un paio di anni fa stava per sposare un uomo, oppure non ha mai “mostrato” di avere questo orientamento sessuale. Chiediti sinceramente: la nozione che tua cugina sia gay o bisessuale ha un impatto su quello che pensi di lei? Modifica il tuo affetto nei suoi confronti? Ti fa pensare che non dovrebbe acquistare casa con la persona che ama perché come faranno senza un uomo???
Non sei necessariamente omofobo. Sei una persona cresciuta in un ambiente profondamente omofobo. La società, la politica, la religione ci hanno detto per secoli che un orientamento sessuale diverso da “completamente, inequivocabilmente etero” fosse sbagliato. Ma sbagliato per chi? Tua cugina è felice? Lei e la sua partner stanno bene e sono entusiaste di trasferirsi nella nuova casa? Fai loro i tuoi migliori auguri e stop.
Quando femminismo e maschilismo diventano una questione politica e sociale
Ho fatto fin qui esempi molto semplici, piccoli e facilmente osservabili nella tua vita quotidiana. Adesso prova ad allargare lo sguardo. Fuori dalla tua famiglia, dal tuo luogo di lavoro, dal tuo condominio cosa succede? Ogni giorno leggi di un nuovo femminicidio o di violenza sulle donne? Anche qui, fatti qualche domanda. Il dubbio è sempre il nostro migliore amico nell’aprire gli orizzonti e scoprire cose nuove. Quanto è statisticamente probabile che tutti gli uomini che praticano violenza abbiano patologie mentali? E quanto è probabile che di tutte le persone con patologie mentali, gli uomini usino violenza in modo sproporzionatamente maggiore alle donne? Forse c’è qualcosa di sistemico sotto.
Qualcosa che non conosci, magari, e va benissimo. Nessuno di noi è costretto a conoscere i dettagli delle vite degli altri. Se a te non è mai capitato di subire o assistere a una violenza di genere, non posso che essere felice per te. Questo però non ti autorizza a invalidare le esperienze altrui, soprattutto se studi e statistiche dimostrano che sono la maggioranza. Non ti autorizza a dire che il problema non esiste. Non ti autorizza, soprattutto, ad insultare le vittime. Quello mai. Nel dubbio, anche il silenzio è un buon alleato quando non si conosce abbastanza di un argomento.
Ok, voglio sapere di più su femminismo e maschilismo. Come faccio?
Una laurea in studi di genere non è necessaria per entrare in empatia con le persone discriminate, ma ci sono tante azioni che puoi intraprendere per capire più a fondo la questione. Fai volontariato in un centro di accoglienza per donne vittime di violenza. Partecipa alle attività delle associazioni che si occupano di diritti civili. Parla con chi ti sta raccontando la sua esperienza senza pretendere di saperne più di lui/lei, se l’ha vissuta sulla propria pelle.
E poi, non sarei io se non ti consigliassi tonnellate di libri da leggere sull’argomento. Ecco un piccolo e non esaustivo elenco degli ultimi che ho letto e riletto:
- For the love of men di Liz Plank
- Perché il femminismo serve anche agli uomini di Lorenzo Gasparrini
- Campo di battaglia di Carolina Capria
- Donne che amano troppo di Robin Norwood
- P. La mia adolescenza trans di Fumettibrutti
- We should all be feminists di Chimamanda Ngozi Adichie
- Il mito della bellezza di Naomi Wolf
E se hai voglia, leggi anche lo speciale Sbirilla 8 marzo con i contributi di studiosi, attiviste, femministe e femministi.