Lo so, volete sapere dove, come e quando vedere gli attori al Festival di Venezia. E io di parlare del Festival del Cinema non mi stancherò mai. Perché è veramente un evento speciale, che esula da qualsiasi altro evento possa mettere in contatto noi comuni mortali poracci (leggi blogger e giornalisti freelance, ma non solo) tra di noi e con quella sorta di creature sovrannaturali chiamate star.
5 situazioni perfette per il vip watcing
Partiamo dal concetto che al Festival di Venezia può andare chiunque. Davvero. Stampa e professionisti del settore hanno proiezioni e percorsi dedicati, ma anche gli studenti di cinema e i semplici appassionati possono acquistare biglietti per le singole proiezioni al pubblico o abbonamenti per l’intero Festival. Sono i cosiddetti pass verdi, che non vi permetteranno di entrare ad ogni proiezione, ma di muovervi liberamente per il Lido sì. E magari incontrare qualche star. Ecco 5 situazioni perfette per vedere i vostri attori preferiti.
1. Alle proiezioni ufficiali.
Tutti i film, soprattutto quelli in concorso al Festival del Cinema di Venezia, vengono proiettati la mattina in anteprima per la stampa e il pomeriggio/sera per il pubblico. In queste proiezioni serali è presente il cast, quindi sono i momenti ideali per trovarvi nella stessa stanza, per dire, con Johnny Depp. Occhio però alle prenotazioni: costicchiano e finiscono in un lampo.
2. Vedere gli attori al Festival di Venezia sul Red Carpet.
La mattina prima e dopo le conferenze stampa, il pomeriggio prima e dopo l’assegnazione dei Leoni alla Carriera e la sera prima delle proiezioni ufficiali, le star passano dal red carpet davanti al Palazzo del Cinema. E spesso si fermano, rilasciano autografi, scattano selfie con i fan. Perfino Adam Driver alias il-più-sociopatico-attore-che-odia-la-folla quest’anno si è fermato ben due volte. Il problema? Le star vere e proprie arrivano non prima delle 19.00, e per accaparrarsi un posto in prima fila i fan si accampano davanti al red carpet dalle 6 del mattino. Ci vuole una volontà di ferro, una scorta d’acqua e possibilmente un ombrello contro sole e pioggia, entrambi sempre violenti a Venezia.
3. In Sala Conferenze Stampa.
Nella sala vera e propria entrano solo giornalisti e addetti ai lavori (quest’anno la selezione è stata più dura dell’anno scorso, per dire), ma nell’edificio del Palazzo del Casinò può entrare anche chi ha il pass verde. E accamparsi (è una parola che leggerete spesso in questo post) in attesa di vedere gli attori che entrano o escono dalla sala. E guardare la conferenza dai maxi schermi, intanto. A volte stai lì per ore e gli attori neanche si fermano (sto guardando te, Scarlett Johansson), a volte puoi chiacchierarci amabilmente. Come con Stellan Skarsgård, che ha dichiarato a un gruppo di fan sfegatate di farsi bastare i figli che ha già, perché non ha intenzione di farne altri. Best moment del Festival 2019, onestamente.
4. Ai lati del Palazzo del Casinò.
Circondato da transenne, il Palazzo del Casinò è the place to be subito dopo le conferenze stampa e i photocall. Se non piove, gli attori passano a salutare, firmare autografi, chiacchierare con i fan (ciao Timothée Chalamet, quella mini chiacchierata me la ricorderò finché campo). Il problema è che non c’è modo di sapere da quale porta usciranno. Devi avere fortuna.
5. Vedere gli attori al Festival di Venezia dall’Hotel Excelsior.
Luogo di approdo dei vip al Lido, per decenni l’Excelsior è stato meta di pellegrinaggio dei fan che aspettano trepidanti la barca dalla quale scenderà Brad Pitt. Molti, però, non sanno che all’interno dell’hotel stesso (in cui ormai soggiornano solo attori italiani e star di minor prestigio, mentre i big preferiscono dormire lontani dal Lido) si svolgono presentazioni, consegne di premi e conferenze in cui è possibile incontrare attori, registi e celebrities varie. Anche stare di fronte a Terry Gilliam, per dire.
Com’è vedere gli attori al Festival di Venezia
Strano, ragà, che vi devo dire? Vedere dal vivo un attore di cui conosci a memoria la filmografia e ogni sua singola dichiarazione alla stampa (sì, sì, sto parlando di nuovo di Adam Driver) è strano. Accade una sorta di sdoppiamento della personalità altrui. Da un lato c’è la Julie Andrews che è Mary Poppins, è Maria di Tutti insieme appassionatamente, è Victor Victoria, e che nella tua mente non è che un’entità astratta, un personaggio di finzione tanto quanto Mary Poppins, Maria e Victor Victoria. Dall’altro c’è Julie Andrews quella vera, che si trova di fronte a te e si commuove e piange e ride, e le tremano le mani mentre riceve il Leone d’Oro e in quel momento sembra più reale che mai. Ti rendi conto che è una persona vera.
Ti rendi conto che ogni star che hai idolatrato per anni non è un’entità astratta, è una persona in carne ed ossa, sta camminando e respirando e sorridendo davanti a te e magari ti parla e senti un accenno di emozione, di imbarazzo, di paura del giudizio altrui sul loro lavoro. Perché in fondo, loro sono lì per fare il loro lavoro. Per promuovere il loro lavoro e per vederlo giudicato. E lo sanno, che tu con quella penna o quel tablet in mano stai scrivendo che sono stati bravissimi o che hanno fatto pena, che quello lì e il loro ruolo più riuscito o un completo flop. Lo sanno, come fanno a non pensarci, poveracci?
Cosa faccio quando vedo un attore dal vivo
L’anno scorso come quest’anno, ragazzi io non ce l’ho fatta. A starmene lì a starnazzare all’apparizione di Johnny Depp. A dire a Timothée Chalamet che ha dei capelli stupendi. A chiedere un autografo di Scarlett Johansson di cui, in fondo, non me ne farei niente. Non giudico chi lo fa, per carità. Il mondo delle star di Hollywood è anche questo.
Ma in quel momento, circondati da gente che dice loro “Sei bellissimo/a“, io credo che gli importi poco di sapere che anch’io li trovi bellissimi. Lo sanno, che sono bellissimi, hanno mille persone intorno che glielo ripetono in continuazione, e probabilmente preferiscono comunque sentirselo dire dalle loro mogli/fidanzate/mariti/fidanzati/compagni/partner. Così io, se ho l’opportunità di parlare con un attore in quei momenti, gli dico se mi è piaciuto il film che ha presentato e perché. E non mi scorderò mai la faccia di Timothée Chalamet quando mi ha chiesto “Davvero hai visto The King? Davvero ti è piaciuto?” e quasi non ci credeva. Perché tutti gli altri erano lì a dirgli che è bellissimo, e il film non lo avevano visto. Che è bellissimo poi l’ho detto anch’io, in privato, alla mia migliore amica. A lui lo dirà la sua fidanzata e penso ne sarà più contento.
Foto di Biennale di Venezia |