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La morte di David Bowie nella notte tra domenica e lunedì ha sconvolto il mondo della musica e non
solo. Eclettico e innovativo,David Bowie ha scritto la colonna sonora degli ultimi 50 anni, ma ha rivoluzionato anche la moda, il costume e la cultura pop. David Bowie vestiti: un binomio inscindibile.

david bowie vestiti

«Quello che ho voluto più di qualsiasi cosa era contribuire in qualche modo alla cultura in cui vivevo, e mi sembrava una sfida spingerla sempre un po’ in là nella direzione in cui mi sembrava interessante potesse andare» dichiarava in un’intervista nel 2002. La sua scomparsa pochi giorni fa ha portato alla luce l’immenso patrimonio artistico e culturale che il Duca Bianco ha lasciato in eredità. Graffiante, ipercolorato, surreale.

Ecco 5 fashion facts che forse non conoscete su David Bowie.

1. David Bowie vestiti genderless.

Funanmbolo della moda, ha dato vita al concetto di gender fluid molto prima che Alessandro Michele
vestisse gli uomini di Gucci con fiocchi e pizzi. Amava giocare con una sessualità ambigua e i suoi tratti somatici alieni e creare personaggi sempre provocatori e surreali. «L’androginia dichiarata di Bowie ha aiutato le donne a esprimere un’energia mascolina senza compromettere l’eleganza e la sensualità femminile» ha detto di lui Frida Giannini.

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2. La mostra David Bowie is.

Il suo guardaroba immenso e multisfaccettato è stato esposto in David Bowie is, la mostra più visitata nel 2013 al Victoria&Albert Museum di Londra. Abiti (di scena e non), fotografie dagli esordi al successo, scenografie utilizzate nei tour. Un viaggio onirico nel mondo “dell’uomo britannico più elegante di
sempre” secondo una nota classifica.

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3. David Bowie vestiti glam-rock.

Negli anni ’70 David Bowie sdoganava la jumpsuit e le zeppe (meglio se glitterate) in versione glam-rock extraterrestre. Disegnate dall’amico designer Freddie Burretti, le tute erano ricoperte di lustrini e piume, oppure completamente bianche e dotate di mantello. La ricerca stilistica si basava su Arancia Meccanica, il film che secondo Bowie rappresentava quel futuro, possibile o meno, in cui Ziggy Stardust avrebbe potuto vivere.

4. Anime affini.

Per confezionare i suoi abiti di scena, David Bowie si è sempre rivolto ad artisti eclettici e visionari come lui. Indimenticabile l’abito in vinile e gli altri disegnati da Kansai Yamamoto ispirandosi al teatro Kabuki. L’altrettanto celebre cappotto con la Union Jack è stato invece disegnato dallo stesso cantante insieme ad Alexander McQueen.

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5. La dedica di Gaultier e quella di Jeremy Scott.

Jean Paul Gaultier ha dedicato la sfilata Ziggy Stardust per la primavera del 2013 a David Bowie e alla scena musicale degli anni’70 e ‘80. Kajal nero, acconciature estreme, spalle pronunciate e tutine di paillettes come ingredienti principali. Appena pochi giorni fa, invece, Jeremy Scott si è ispirato alle silhouette più androgine e ai colori più graffianti sfoggiati dal cantante nella collezione maschile
ai 2016/17 di Moschino, presentata alla Men Fashion Week di Londra. Sembrano disegnati a matita gli abiti di questa collezione, dai colori saturi e brillanti della pop art. Il signor Bowie avrebbe gradito!

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