Anzi. Siamo noi a prendere in mano il nostro destino e compierlo da sole, supportate dalla sorellanza. Questa la capsule collection di Daizy Shely, designer sorprendente che già qualche anno fa avevo potuto veder sfilare alla Milano Fashion Week. Sembra una favola già sentita? Eppure non lo è. Ti racconto un po’ di dati.
La favola macabra dei nostri amori
Viviamo tutte e tutti un amore tossico? No, ringraziando il cielo. Ma i dati sono sconfortanti: secondo osservatoriodiritti.it, i casi di femminicidio in Italia crescono. Non sarebbe neanche necessario scomodare le statistiche ufficiali. Bastano le notizie al telegiornale, le bacheche dei nostri social media, le storie delle nostre amiche, sorelle, vicine di casa. Gelosia, possesso e desiderio di rivalsa per l’autonomia femminile scatenano reazioni negli uomini che mi piacerebbe definire disumane, ma non lo sono. Umanissima è la convinzione che la coppia eterosessuale e monogama sia spesso la tomba delle donne, qualsiasi cosa facciano.
Non si tratta di sensazionalismo: apri la sezione commenti di qualsiasi notizia su un quotidiano nazionale. Leggerai che lei se l’è cercata, che lui era triste, che la coppia traballava. Tutto, pur di giustificare azioni violente e spaventose da parte di chi ha compiuto l’inimmaginabile. Daizy Shely non ci sta, come tante altre di noi, e rivendica il diritto a una femminilità diversa.
Le principesse moderne di Daizy Shely
Nella nuova collezione “Made in Heaven”, la stilista crea un’immagine pop ispirata alle donne dei quadri rinascimentali. Rigorosamente in gruppi di tre (guarda “Nanette” di Hanna Gadsby per farti qualche risata su questa cosa), hanno corpi eterei e capelli fluenti. E stanno bruciando un libro. Non uno di quelli che vengono vietati a scuola, ma un titolo che probabilmente nelle stanze e nelle vite delle bambine prima o poi arriva. “Dating Prince Charming” è il titolo provocatorio del tomo che le fanciulle danno alle fiamme.
Eh sì, perché prima o poi arriva qualcuno a dirci che dobbiamo cercare il nostro principe azzurro, vero? Qualche volta è una mamma che racconta le fiabe, in altri casi è una puntata di Sex and the City. Ma prima o poi arriva. Quella persona, quella situazione, quella prospettiva della realtà secondo la quale, se non sei sposata con prole entro i trent’anni, hai qualcosa che non va. E potrebbe essere tutto bellissimo, se non avessimo un’enorme pressione sociale sulle spalle.
L’amore, le favole e altri guai
Lui incontra lei. O lui incontra lui, lei incontra lei, ləi incontra ləi. Insomma, ci si innamora. Senza prescrizioni, senza pressioni sociali, senza la paura di essere niente senza un partner. È così che la vita si riempie di tutte le altre cose, del lavoro e dello studio, delle passioni, degli hobby, degli amici e delle amiche, della conoscenza e dei sogni. Di tutto quello che ci rende ciò che siamo, con un uomo accanto o meno.
Per la designer questa capsule collection è un atto politico. Dopo anni di couture, crea t-shirt e biancheria in cotone biologico in colori pastello, accessibili e inclusive. Per dire a tutti, tutte e tuttə che tutti, tutte e tuttə possiamo amare chi ci pare. Una donna, un uomo, nessuno, soprattutto noi stessi. Tutto il resto verrà a tempo debito, se verrà.
La capsule collection di Daizy Shely
L’opera d’arte è ironica e iconica allo stesso tempo, destinata a diventare un simbolo femminista e femminile. Chissà, domani lo indosseremo in tante, come lo slogan We should all be feminist sulle maglie di Dior. Quanto il femminismo e il capitalismo possano convivere, magari ce lo chiediamo un’altra volta, ché è una questione complessa. Intanto cominciamo a raccontarci favole diverse.
L’illustrazione, realizzata in collaborazione con Umberto Chiodi, sarà realizzata su t-shirt in cotone biologico e biancheria intima, di cui vi mostro una piccola preview.
Si ringrazia l’ufficio stampa AKA Milano.