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Frame dal fashion film di Matteo Garrone per Dior Haute Couture

La Fédération de la Haute Couture et de la mode di Parigi ha fatto una scelta ben precisa per la presentazione delle collezioni 2020. La pandemia da Coronavirus e il conseguente distanziamento sociale rischiavano di distruggere la fashion week, che si è quindi spostata interamente sul digitale. Ma cosa significa questo per la haute couture e per la moda in generale? Il tempo delle sfilate è finito?

Cosa significa Haute Couture nel 2020?

In un mondo così eternamente in cambiamento, lo tsunami del Coronavirus non poteva che abbattere anche il sistema moda, che ha dovuto inventare nuovi vocabolari e strumenti per raccontarsi. Questo è tanto più importante nel mondo della Haute Couture. Perché qui ogni abito è un’opera d’arte e ogni singolo pezzo della collezione vale innumerevoli ore di lavoro (e svariate migliaia di euro).

Come raccontarsi in modo nuovo, come vivere il sogno dell’alta moda parigina attraverso uno schermo? La Fédération de la Haute Couture, che stabilisce i criteri secondo i quali una griffe possa entrare nel patinato mondo della haute couture, ha scelto il total digital. La consueta fashion week di Parigi si è svolta, nella sua edizione di luglio, in versione distanziamento sociale e di fatto… non si è svolta.

Il calendario della Haute Couture Week ha infatti permesso ad ogni maison di caricare sul sito ufficiale un mini fashion film di pochi minuti. E in quasi nessuno di essi abbiamo visto gli abiti veri e propri. Cosa significa Haute Couture? In un momento in cui toccare con mano la preziosità e la maestria di tessuti impalpabili e lavorazioni artigianali non è possibile, i creativi hanno risposto con fashion film che ne evocano l’assoluta unicità.

Un look Giambattista Valli Haute Couture 2020

Da Schiaparelli a Elie Saab a Dior: l’haute couture per immagini

Un’opera scultorea di Iris Van Herpen indossata dall’attrice (celebre per Game of Thrones) Carice Van Houten. Un fashion film che lega le texture della natura e dell’universo a quelle degli abiti regali di Elie Saab. Tre outfit raccontati da Mika per rappresentare il cambiamento al tempo della pandemia secondo Viktor & Rolf. Ogni mini film non ha il compito di illustrare la collezione haute couture ma più che altro il concetto filosofico che l’ha ispirata. Sia esso un modo per affrontare tempi turbolenti o un rifugio nella natura là dove la società perde le proprie certezze. O ancora un mondo fantasy in cui gli abiti sono parte integrante di un vero e proprio film d’autore. Ecco il fashion film di Matteo Garrone per Christian Dior, girato nell’atmosfera onirica del Giardino di Ninfa a Roma. Schiaparelli preferisce invece concentrarsi sul dietro le quinte. Immagini della pandemia, della nostra “nuove normalità” alla quale è così difficile abituarsi si fondono con gli schizzi di una nuova collezione haute couture. Una fuga dalla bruttezza dei tempi del Coronavirus che saranno però di ispirazione per creare bellezza.

In fondo cosa è sempre stata, l’alta moda, se non la trasformazione dell’attualità in opera d’arte? Con la pandemia in corso, ciò significa che l’haute couture sublima il suo rapporto con l’arte, la musica, la letteratura. Diventa un racconto che mescola le tecniche espressive e le rende un unico sogno nel quale rifugiarci in attesa di tempi migliori.

Un frame dal fashion film di Matteo Garrone per Christian Dior
Un bozzetto Schiaparelli Haute Couture 2020
Outfit dal fashion film Viktor & Rolf Haute Couture 2020
Un frame dal fashion film di Elie Saab

Carice Van Houten nel fashion film di Iris Van Herpen

Questa è la fine delle sfilate di moda per come le conosciamo?

Io non credo. Se il fashion film e il digitale sono la nuova frontiera della comunicazione di moda, le sfilate vere e proprie continueranno ad esistere. Perché disegnare abiti non è solo un’arte, è anche un commercio. Lo sanno bene Chanel e Giambattista Valli, che nonostante il nuovo metodo espressivo cercano di mantenere l’attenzione sui modelli. Rassicuranti, in pieno stile Chanel, quelli presentati per l’haute couture della maison di Coco. I tailleurini e il tweed, le maxi tasche e le preziose applicazioni floreali continuano a farla da padrone nella griffe che ancora non ha trovato la sua nuova rotta dopo la morte del Kaiser Karl Lagerfeld. Ma che continua a rappresentare la moda parigina a un livello talmente iconico da risultare irresistibile, anche in questa veste un po’ agée.

Le nuvole di tulle colorato avvolgono le modelle anche in questa collezione haute couture 2020 per Giambattista Valli. Un artista capace di creare in pochi anni uno stile distintivo che raramente si modifica ma riesce comunque a non deludere. Questa volta, con buona pace degli odiatori di mascherine, il tulle copre anche il volto delle modelle. Perché sognare si può, ma bisogna anche raccontare il presente.

Un abito Giambattista Valli Haute Couture 2020
Un look Chanel Haute Couture 2020