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Posso essere sincera con voi? Credo proprio di sì.

Io non amo gli abiti o gli accessori cosparsi di loghi per mettere ben in vista il brand (e il prezzo!) del prodotto. Ma ci sono loghi che diventano leggende, e la stampa Monogram di Louis Vuitton è uno di questi. Conoscete la storia di questa maison? Nel 1835 il giovane Loius Vuitton era un artigiano specializzato nella realizzazione di valigie. Dopo aver fatto un bel po’ di esperienza a Parigi, venne chiamato dall’imperatrice Eugenia di Montijo a realizzare per lei un set personalizzato. In quell’occasione si rese conto che i bauli bombati non erano più adatti a lunghi viaggi con i nuovi mezzi di trasporto: i transatlantici e i treni. Iniziò allora ad ideare una serie di bauli più leggeri e maneggevoli, capienti e resistenti. Inaugurò la sua prima valigeria nel 1854 e da allora venne chiamato da principi, nobili, imprenditori, personaggi illustri. Fu il figlio Georges a creare la stampa Monogram nel 1896, per certificare l’autenticità di quei prodotti che stavano ormai diventando degli status symbol. Solo alcuni anni più tardi l’azienda cominciò a dedicarsi anche alla piccola pelletteria e poi ancora all’abbigliamento, diventando una delle più potenti maison d’alta moda come la conosciamo oggi. Il marchio rimane inconfondibile: le iniziali L e V intrecciate, il diamante, il cerchio con intorno un fiore simbolo della delicatezza e preziosità dei prodotti.

Il nuovo direttore artistico della maison Nicolas Ghesquiere (che io apprezzo particolarmente, ve ne ho parlato qui) ha fatto qualche timido tentativo di rivoluzionare il marchio, non senza attirare polemiche e critiche. Forse anche per questo motivo quest’anno (come era già avvenuto nel 1996 per celebrarne il 100° anniversario) 6 celebri srtisti del fashion system sono stati chiamati a reinterpretare la stampa che caratterizza il brand realizzando degli accessori esclusivi. Il mago del tacco killer Christian Louboutin ha voluto celebrare la femminilità con i suoi tratti distintivi: il rosso lacca, i fiocchi, le borchie. La visual artist Cindy Sherman ha interpretato il tema centrale della maison Vuitton, il viaggio. L’architetto Frank Gehry ha ripreso le forme rigide dei bauli di fine ‘800 mescolandole ad arte con sinuose curve. L’estroso Karl Lagerfeld si è ispirato alla boxe per la realizzazione di pezzi sporty-chic. Il designer Marc Newson ha unito alla tela Monogram coloratissimi inserti in sherling per degli zainetti super spiritosi. Infine il direttore creativo di Comme des Garcons, Rei Kawakubo, ha realizzato una versione irriverente e provocatoria di “bag with holes”.  La collezione, intitolata “Icone ed iconoclasti” è stata accompagnata dalla campagna di 6 artisti della fotografia, e qui vi mostro qualche scatto. Che ne pensate? Baci baci :*

Cindy Sherman for Louis Vuitton
Frank Gehry for Louis Vuitton
Rei Kawakubo for Louis Vuitton
Marc Newson for Louis Vuitton
Christian Louboutin for Louis Vuitton
Karl Lagerfeld for Louis Vuitton