Femminicidio: non prenderla sul personale!
Indovina a chi viene ripetuta più spesso questa frase? Scommetto che hai indovinato: la risposta giusta è la 3. Possiamo indignarci, arrabbiarci, farci gonfiare le
Tutto quello che riguarda l’attualità, ciò che ci succede intorno, cosa capita alle celebrities e di cosa si parla sui social media: ecco cosa troverai in questa sezione del blog. Qui ci saranno i miei pensieri sul razzismo, il femminismo e le cose che non mi vanno giù. Non sei d’accordo con la mia polemica? Raccontami il tuo punto di vista in modo aperto ed educato e confrontiamoci. L’inclusione sociale riguarda ognuno di noi, dalla parte delle vittime o da quella dei carnefici. Tu da che parte stai?
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Spoiler: non quello che pensi tu. “Politicamente corretto” è un’espressione nata, pensa te, in ambienti dittatoriali. Ci sono diverse versioni della sua prima attestazione, legate
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Leggo un numero infinito di saggi sul femminismo, guardo libri, approfondisco i temi di inclusione sociale che mi stanno a cuore attraverso canali diversi. L’attualità, la cultura pop, le notizie che leggo sui giornali mi ispirano riflessioni con cui non sempre sarai d’accordo. E va benissimo così. Uso tutto quello che ho intorno per formare le mie idee e anche per cambiarle. Spero che leggere le mie riflessioni ti aiuti a fare lo stesso e ci permetta di avere un confronto aperto, felice, fruttuoso. Siamo figli e figlie delle storie (anche vere) che ci raccontiamo. Per questo voglio scrivere di femminismo, di temi di attualità e di tutto quello che mi passa per la testa. Per elaborare la mia crescita personale e magari anche quella di qualcun altro.
È bene che tu lo sappia fin dal principio, perché questa è la base di ogni mia riflessione sull’inclusione. Credo nel femminismo intersezionale, ovvero nella nozione che tutte le discriminazioni si incrociano tra loro. Non posso parlare di femminismo senza tenere a mente altri temi di attualità come il razzismo, l’abilismo, la lotta di classe. Cerco di tenere sotto controllo il mio privilegio, ma non sempre mi riesce. Così ti invito a farmi sapere se ho offeso o urtato la tua sensibilità con i miei articoli su questo blog, così che possa migliorare e continuare a crescere nella consapevolezza. Il femminismo intersezionale, qui come nella vita vera, incontrerà tematiche complesse, che non pretendo certo di risolvere in un articolo di blog. Ma magari posso accendere in qualcuno una scintilla, fare un piccolo passo. Per me è la cosa più importante.
Sono una femminista intersezionale, ti ho già detto, e questo vuol dire che desidero una parità di genere totale, che tenga conto delle differenze individuali ma punti a un’inclusione sociale complessiva. Insomma, sono una secchiona degli argomenti di attualità, o come altri direbbero, una femminista inacidita. Sì, sono inacidita da tutte le volte in cui la società, la politica, la cronaca e anche la cultura pop perdono l’occasione per praticare l’inclusione sociale. Ma sono anche un’ottimista: credo fermamente che tutto ciò possa cambiare, anche con l’aiuto di piccoli attivisti che fanno ogni giorno un passo avanti verso l’inclusione.
Vista la mia natura di secchiona e considerati i miei studi in linguistica e comunicazione, non potevo che appassionarmi al concetto di linguaggio inclusivo. Uno dei miei temi di attualità preferiti, di cui dibatto volentieri sui social e nella vita vera, sui quali leggo e ascolto chi ne sa più di me. Così spesso mi vedrai suggerire argomenti correlati a questo e ai diritti delle donne, che passano anche per l’abolizione di un linguaggio patriarcale e limitante. Certamente mi capiterà di sbagliare (d’altronde, i latini dicevano nomen omen). In quel caso ti prego, avvisami. Cerco di fare del mio meglio per rispettare tutte le individualità ma ci sono storie ed esperienze che per forza di cose non conosco nel dettaglio. Se mi capiterà di scrivere qualcosa di inesatto, di offensivo o di equivocabile dimmelo: voglio imparare.