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Couture is an attitude, it’s not a price point” si legge sulla t-shirt di Jeremy Scott alla fine della sfilata Moschino alla Milano Fashion Week. Come sempre il trasgressivo stilista presenta sulla passerella una collezione irriverente, a tratti assurda, sicuramente destinata a soddisfare orde di fashion victim che acquisteranno cover, cappellini e borse Moschino. Riflessione e divertimento, ecco la formula vincente di Jeremy Scott per attirare l’attenzione su di sé ad ogni settimana della moda di Milano

Stavolta la riflessione ruota attorno agli sprechi: 25 milioni di tonnellate di cartone finiscono nella spazzatura ogni giorno. Merito e colpa degli acquisti online, che ci inducono allo shopping selvaggio e spesso superfluo e allo spreco di tantissimi scatoloni. Proprio l’imballaggio è il tema portante della prima parte della sfilata Moschino autunno inverno 2017-18. Scatoloni e scotch da imballaggio diventano tailleur, abitini, trench dal sapore ironico e anticonvenzionale, cosparsi di scritte FRAGILE. Indossati da Kendall Jenner, Bella e Gigi Hadid, Anna Cleveland, gli abiti firmati da Jeremy Scott per Moschino prendono in giro anche la stessa casa di moda e la nostra ossessione per il logo. Stralci di editoriali d’archivio di Vogue compongono la stampa coloratissima, eccessiva, chiassosa di miniabiti e felpe, gonne a matita e pellicce capovolte. Chiudono la sfilata Moschino le modelle in abiti da sera tanto fastosi quanto originali. Anna Cleveland indossa una tenda, Bella Hadid un luccicante miniabito fatto di orologi da polso, Gigi Hadid chiude lo show con un abito a sirena estrapolato da un tappeto persiano. 

Anche stavolta Jeremy Scott ha stupito la Milano Fashion Week, e forse nessuno di noi indosserà mai un abito da sera con il secchio della pattumiera in testa, ma tutte continueremo a comprare o a desiderare una borsa Moschino