Oggi è Santa Lucia, che per i siciliani è arancina day! Ma si dice arancino o arancina? Rispondiamo a questo dilemma ancestrale che tanto ha fatto tribolare i linguisti di tutta Italia.
Arancina o arancino: questione di genere e di geografia
“Arancina deriva da arancia ed è femminile” sostiene il mio professore di Linguistica Italiana e celebre dialettologo Giovanni Ruffino. E avrebbe pure ragione, se non ci fosse un piccolissimo vizio di presunzione nella sua dissertazione.
Ruffino, proprio come me, viene dalla Sicilia Occidentale ed è stato per anni il Preside della facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo. E a Palermo, si sa, l’arancina è fimmina. Senza nulla togliere alle competenze del mio primo prof universitario (corrispondente dell’Accademia della Crusca e fondatore del Centro di Studi Filologici e Linguistici Siciliani) però, la faccenda non è così semplice.
Nella Sicilia orientale, messinese e catanese soprattutto, si dice arancino. […]Si tratta però di una semplice scelta linguistica meno corretta.
cit. Giovanni Ruffino
Ma davvero possiamo bollare come “scorretto” il dialetto parlato da metà regione? Eh no.
Studi di genere e lingue in movimento
Un’altra linguista che stimo estremamente, Vera Gheno, scrive nel suo Potere alle Parole (che trovate gratis su Amazon Prime Reading):
La lingua, ogni lingua, è di chi la parla.
V. Gheno – Potere alle Parole
E se i parlanti di Catania, Messina e dintorni avessero deciso che l’arancin* è un uomo? Se l* arancin* stess* fossero uomini in alcuni casi e donne in altri?
Una soluzione alla diatriba dell’arancina/o
Il fulcro della questione è semplice. Da anni si fanno studi di genere anche di tipo linguistico, persone molto più colte e preparate di me si interrogano su come cambierà la lingua per riflettere l’identità di genere del soggetto di cui si parla.
Ma vi dirò un segreto: nessuno di noi può saperlo. Proprio perché la lingua è in movimento e il suo uso è stabilito dai parlanti, non possiamo certo marchiare a metà Sicilia come “parlante un dialetto scorretto”. Possiamo fare una cosa però. Comportarci come quando una persona queer ci dice i pronomi con cui si identifica, rispettare la regina (o il re?) dello street food siciliano per quello che è.
Proprio come negli studi di genere, accetteremo che l’identità dell’arancina a volte è femminile, altre volte è maschile e la rispetteremo. E quindi ordineremo un’arancina se atterriamo all’aeroporto di Palermo, un arancino a quello di Catania. L’importante, in fondo, è mangiarl*!