morte di Chadwick Boseman
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La morte di Chadwick Boseman, annunciata ieri mattina dall’ufficio stampa dell’attore, è stata per tutti un fulmine a ciel sereno. E questo per diversi motivi. Perché l‘attore di Black Panther sembrava perfettamente in salute. Perché era estremamente giovane. Perché ci siamo accorti che il nostro modo di raccontare i personaggi famosi che combattono contro una malattia può e deve cambiare. 

5 cose che possiamo imparare dalla morte di Chadwick Boseman

Il dettaglio che ha sconvolto tutti è stata la rivelazione che Chadwick Boseman avesse il cancro dal 2016. Questo vuol dire che il film che lo ha reso celebre in tutto il mondo, Black Panther, è stato girato tra una seduta e l’altra di chemioterapia. E così gli ultimi film degli Avangers, City of Crime e Da 5 Bloods (l’ultima pellicola di Spike Lee). Come è possibile?

Come è stato possibile mantenere il segreto per 4 lunghi anni? Perché nessuno di noi, che di ogni personaggio famoso sappiamo vita morte e miracoli, si è accorto che quest’uomo stesse così male?

Perché la malattia è una cosa strana e colpisce ognuno di noi in modo diverso. Così la morte di Chadwick Boseman, oltre a lasciare un vuoto indelebile nel mondo del cinema e nei cuori dei fan e degli amici e familiari, può insegnarci almeno su come parlare di malattie e personaggi famosi

1. I personaggi famosi si ammalano

Sì dai, questo lo sappiamo. Spesso sentiamo della malattia di un attore o un cantante e ne restiamo colpiti lo stesso, però. Vediamo queste creature sovrannaturali, come dei dell’Olimpo contemporaneo, intoccate e intoccabili dalle miserie di noi comuni mortali. E invece eccoli lì, sono esseri umani come noi. Chadwick Boseman aveva il cancro al colon, come mia zia. A pensarci è pazzesco. 

2. La malattia non conosce soldi né posizione sociale

Chi di voi ricorda la diagnosi di fibromialgia di Lady Gaga? Io la ricordo bene, non solo perché è la mia stessa malattia cronica e vederla rappresentata nel suo documentario è stato doloroso e catartico. Ricordo anche, con estremo disgusto, di cosa si parlasse sui giornali e perfino sui gruppi e sui forum di malati cronici. Eh ma lei è ricca, ha tutti i soldi e i medici a sua disposizione, mica come noi. E quindi? La malattia è malattia e non guarda in faccia nessuno. Se è una malattia incurabile, non troverai una cura neanche se sei Lady Gaga. E se il tuo cancro, invece di regredire, peggiora, non ti basteranno la fama e i soldi di Chadwick Boseman. Il dolore è dolore, la malattia è malattia, la morte è morte. L’empatia è sempre più rara. 

3. La morte di Chadwick Boseman: supereroe fino alla fine

Forse è il caso di ripeterlo: Chadwick Boseman ha girato Black Panther con il cancro. La malattia non gli ha impedito di essere un grande artista, un esempio per milioni di giovani e meno giovani. Non gli ha impedito di andare a trovare i bambini malati terminali, vestito da supereroe come i suoi colleghi, per portare un po’ di gioia in quei reparti bui. 

4. La malattia assume facce diverse

Non è stato solo il lavoro a occupare questi 4 anni di vita di Chadwick Boseman, mentre combatteva il cancro. Era sempre presente alle conferenze stampa, sempre pronto a partecipare agli eventi di beneficenza. E non posso sottolineare abbastanza questa cosa: era sempre tra gli uomini meglio vestiti ad ogni premiazione o evento. Io non me lo scorderò mai, Chadwick Boseman in Versace al Met Gala 2018. Guardate questa foto e ditemi se quest’uomo vi sembra un malato terminale. Eppure lo è. Dovremmo imparare che non sempre quello che si vede è la verità.

5. Questo non vuol dire che i malati siano eroi

L’ho già scritto in altre occasioni: la retorica del malato guerriero è dolorosa e orribile. E lo so, l’ho usata anch’io in questo post. Perché è così insita nella nostra cultura da rendere quasi impossibile lasciarla andare. Un malato non è un eroe, anche se è Black Panther. Un uomo malato è un uomo malato, è un paziente, è una persona che soffre. Un’altra vittima del dolore e della malattia che lascerà un vuoto incolmabile nella cultura pop afroamericana e non solo. 

Rest in Power, King!