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Lo dico piano piano, a bassa voce, ora che il lockdown è finito: per alcuni di noi è stato una salvezza. Ecco. L’ho detto, anzi l’ho scritto, e rimarrà nell’etere nei secoli a venire. Il lockdown (la quarantena, l’isolamento, chiamatelo come volete) ha fatto sentire alcuni di noi malati cronici meno soli. Perché ehi, per la prima volta in Italia in tempi di pace tutti si sono sentiti come noi. Impotenti. Wow, è stato un sollievo. Guarda, guarda, tutte queste persone perfettamente sane stanno vivendo quello che viviamo noi ogni giorno: sono condizionate da una forza esterna che modifica ogni loro azione quotidiana, che impedisce la realizzazione dei loro desideri, che ostacola la programmazione delle loro giornate. Guardali, lo stanno provando anche loro, ci stanno capendo. E invece no.

I malati cronici vivono in un perenne lockdown

Ehi baby, quanto è stato difficile rinunciare all’aperitivo con le amiche, alla festa di compleanno, rimandare quel viaggio che sognavi da tempo e passare i tuoi weekend a casa sul divano? Lo sai che un malato cronico passa così la maggior parte del proprio tempo? Però non ha un enorme nemico invisibile da cui proteggersi… anzi sì. Ce l’ha. Solo che tu non lo conosci. La pandemia ci ha dato quella sensazione di malessere condiviso, anzi più che una sensazione, ci ha dato un trauma condiviso con tutto il mondo. Io non posso uscire di casa perché nessuno può uscire di casa, non devo dare spiegazioni né cercare giustificazioni se non partecipo a una festa, perché la festa non si può fare. Niente mormorii, niente sguardi scocciati, niente “Uffa, potevi avvisare prima che non avresti partecipato, avevo prenotato un posto anche per te”, perché non c’era nessun posto da prenotare, nessun evento a cui partecipare. La pandemia è stata un disastro, un dolore mondiale dal quale non sappiamo quando e come ci riprenderemo ma ehi, almeno l’abbiamo vissuta tutti insieme.

Ora però, almeno in Italia, siamo arrivati alla fase 3. Che cosa significhi esattamente non lo sappiamo, ma sappiamo che noi malati cronici siamo di nuovo da soli. Grazie tante.

Come sarà l’estate 2020 in Italia?

Eccovi di nuovo tutti schierati, voi persone “sane”, voi che avete la fortuna di essere in salute e che non avete avuto conseguenze dal Coronavirus. Sono così felice per voi. Davvero. Non ho mai augurato a nessuno di soffrire e mai lo farò, sono contenta che l’emergenza sia passata o si sia ridimensionata, almeno in Italia. Però, però, però. Ora arriva l’estate 2020 e porta con sé i problemi che ogni malato cronico deve sopportare ogni santa estate, ma peggio.

Ieri al telegiornale ho sentito la giornalista pronunciare quella che per i malati cronici è la definizione di inferno: “Come sarà l’estate 2020? Meno spontanea e molto più organizzata, con prenotazioni costanti per qualsiasi attività”.

E qui il gelo. Se ci sono due parole che descrivono il disagio per un malato cronico sono organizzazione e prenotazioni. Il perché ormai lo sapete: chi soffre di dolore cronico non ha idea di come si sveglierà al mattino, e dopo essersi svegliato non ha idea di come proseguirà la giornata. Immaginate di dover prenotare il vostro posto in spiaggia o al parco o in piscina con qualche giorno di anticipo, in queste condizioni. Impossibile.

E quindi, mentre tutti smaniano per ricominciare una vita normale, per lasciarsi la pandemia alle spalle, per godere nei prossimi mesi di tutte quelle attività a cui hanno dovuto rinunciare durante il lockdown, il malato cronico affronta almeno 5 diverse sfide:

1. L’estate.

Che è sempre una sfida, con le sue temperature estreme che esacerbano la stanchezza cronica e l’umidità che fa salire alle stelle i dolori muscolari e articolari.

2. La voglia di recuperare.

Ché pure noi, ragazzi, abbiamo perso 3 mesi della nostra vita, 3 mesi di lavoro, di divertimento, di progetti saltati e di feste mai festeggiate, ma sappiamo già che non avremo mai l’energia per recuperarli tutti.

3. L’incertezza per i malati cronici.

Perché come in ogni periodo della nostra vita, continueremo a non sapere se sabato prossimo vogliamo passare la giornata in spiaggia, se a ferragosto ci va di prenotare un posto in piscina, se fra due settimane ce la sentiremo di fare un pic nic al parco.

4. Gli amici e i parenti.

Che vogliono saperlo adesso, se sabato prossimo vogliamo passare la giornata in spiaggia, se a ferragosto ci va di prenotare un posto in piscina, se fra due settimane ce la sentiremo di fare un pic nic al parco, e hanno pure ragione, perché tutto va prenotato in anticipo.

5. La paura dei malati cronici.

Perché il virus secondo qualcuno è scomparso, secondo altri ha perso la propria forza, secondo altri ancora non è mai esistito. Nessuno sa con certezza quale sia la verità, ma c’è una cosa che un malato cronico sa perfettamente: che il suo corpo non funziona e se c’è una pandemia in giro rischia più di altri. E mentre voi vi togliete le mascherine e prenotate le vacanze al mare, il malato cronico non ha la più pallida idea di cosa possa o non possa fare per stare al sicuro.

Come sarà l’estate 2020 con il Covid 19 che aleggia ancora su di noi? Lunga, complicata e strana.