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Una pellicola da Oscar e un romanzo mozzafiato: vi racconto le differenze tra libro e film di “Chiamami col tuo nome”.

Oggi, il dolore, la curiosità, l’eccitazione per una persona nuova, la promessa di una gioia immensa a portata di mano, il goffo tentativo di sondare chi potrei fraintendere ma che non voglio perdere e di cui ogni volta devo prevedere le mosse, l’astuzia disperata che uso con chiunque desidero e voglio mi desideri, le barriere che innalzo come se tra me e il mondo ci fossero non uno, ma molti strati di porte scorrevoli in carta di riso, l’urgenza di criptare e decriptare ciò che, in realtà, non è mai stato codificato… tutto questo iniziò l’estate in cui Oliver venne a casa nostra“*.

Chiamami col tuo nome: differenze tra libro e film

Il film che ha fatto furore agli Oscar 2018 con innumerevoli candidature, si è aggiudicato senza dubbio la statuetta più meritata: quella di miglior sceneggiatura non originale. Perché il libro di André Aciman sul primo amore omosessuale di un diciassettenne ebreo italoamericano è stato trasposto in maniera impeccabile sul grande schermo. E, seppure siano presenti alcune differenze tra libro e film, l’atmosfera è esattamente la stessa. Quella confusa e accaldata, carica di testosterone ma anche di poesia, di un primo amore che non si dimenticherà mai.

5 differenze tra libro e film

1. Il flusso di coscienza

Difficilissimo da tradurre al cinema, il romanzo di Call me by your name, come si nota dalla citazione che ho trascritto a inizio post, è un lungo flusso di coscienza di Elio. Ed è un’immersione totale nella paura, nell’eccitazione, nell’incertezza e nella passione di un ragazzino che scopre la propria sessualità, e si innamora davvero per la prima volta. Il personaggio di Elio è ben delineato nel film, anche grazie alla splendida interpretazione di Timothée Chalamet, ma è dalle citazioni dal libro di Chiamami col tuo nome che lo conosciamo in maniera più profonda, scopriamo il suo amore per la poesia e la musica, il suo sentirsi sempre inadeguato ma allo stesso tempo desideroso di scoprire sé stesso e il mondo.

2. La location di Call me by your name

Se il libro di André Aciman è ambientato sulla costiera ligure (lo si capisce dalle descrizioni, come quella del punto in cui annegò Percy Shelley, anche se i luoghi esatti non vengono mai nominati), la scelta di Luca Guadagnino di cambiare location non toglie nulla alla potenza del film. Girate dalle parti di Crema, città natale di Guadagnino, le scene di Chiamami col tuo nome mantengono quell’aura bucolica e quasi magica che permea tutto il film e i suoi luoghi, esattamente l’aura che assumono i luoghi in cui ricordiamo il nostro primo amore.

Più interessante sarebbe stato, invece, inserire i tre giorni trascorsi a Roma, che nel libro svelano la riflessione di Elio sulla caducità della vita e fluidità della propria sessualità.

3. Personaggi secondari: Viola e Marzia

Il film del 2017 amplia il ruolo di Marzia, appena accennata nel libro, rendendola il terzo vertice del triangolo composto da Elio e Oliver. Nel libro, nonostante il senso di colpa di aver illuso la ragazza, Marzia scompare completamente dai pensieri di Elio dopo aver trascorso la sua prima notte con Oliver. La sua presenza più insistente nel film ha dato vita a numerose controversie, poiché sembra che la produzione (anche dai primi trailer del film diffusi prima dell’uscita in sala) volesse dare una parvenza eteronormativa a questa storia omosessuale.

Non è certo tra i protagonisti, Viola, ma dona maggior peso alle vicende narrate nel libro. Si tratta di una bambina che vive nei pressi di casa di Elio, affetta da leucemia, che stringe un legame di forte amicizia con Oliver. Nel libro, il suo ruolo è quello di sottolineare, con l’innocenza dei bambini, l’amore che sta sbocciando tra i due ragazzi. Ma anche quello di ricordare la caducità della vita, la necessità di afferrare il momento prima che possa sfuggirti tra le mani. Nel film, questo potere è affidato unicamente al monologo del padre di Elio, ripreso quasi parola per parola dalle ultime pagine del libro.

4. Call me by your name, la colonna sonora

Se ne avvertono alcuni frammenti, leggendo il libro, ma è nel film che la musica diventa vera protagonista di Chiamami col tuo nome. E come potrebbe non esserlo, se uno dei due protagonisti suona diversi strumenti, compone, modella arie e sonate in base alla personalità dei diversi autori che ammira? Qui il lavoro di Sufjan Stevens sopperisce alla mancanza del flusso di coscienza di Elio: è attraverso la colonna sonora, composta per raccontare la storia dal punto di vista del ragazzo, che ci immergiamo nelle sue ansie e nelle paure, nei sensi di colpa e nell’eccitazione.

5. Il finale (e il sequel?): differenze tra libro e film

L’ultima differenza sostanziale tra libro e film è il finale. Bellissima e struggente l’ultima scena del film di Luca Guadagnino, che ha sicuramente contribuito a far conquistare a Timothée Chalamet la sua candidatura agli Oscar.

Il finale del film, però, si ferma molto prima del libro: tutta l’ultima parte è dedicata agli sporadici incontri tra Elio e Oliver negli anni successivi al matrimonio di quest’ultimo, e costituirà probabilmente il sequel di Call me by your name che Guadagnino ha annunciato di voler realizzare.

*Citazione da “Chiamami col tuo nome“, André Aciman