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Scrivo questo post quasi 24 ore dopo aver visto Game of Thrones 8×05, molte delle quali trascorse a piangere. C’è stato un tempo (non molto tempo fa, in effetti) in cui Il Trono di Spade mi faceva piangere per la profondità psicologica dei suoi personaggi, per le sorprese continue nella sua trama, per il sistematico capovolgimento di ogni cliché della storia del fantasy. Ma stavolta no. Stavolta ho pianto lacrime amare, tradita da una storia in cui credevo e che mi aveva emotivamente coinvolta immensamente.

Mi succede spesso, l’ho perfino analizzata in terapia, questa mia ossessione per i personaggi letterari (o televisivi o cinematografici) fino a sentire il loro stesso dolore. Solo che questa volta non è stato il dolore di scoprire come finisce Il Trono di Spade, di veder morire un personaggio o soffrire un altro. Stavolta è la storia stessa ad essere morta.

Il dolore di essere traditi da una storia: Game of Thrones 8×05

L’unica cosa di cui valga la pena scrivere è il cuore umano in conflitto con sé stesso” è una frase di William Faulkner che George R. R. Martin ha seguito come ispirazione primaria dei suoi lavori. Gli autori della serie tv hanno risposto “Mmmmm no“.

Se state leggendo questo post, probabilmente avete letto anche le altre mie analisi delle puntate dell’ultima stagione. Probabilmente sapete chi sono i miei personaggi preferiti, le storyline che mi hanno catturata di più. Sapete quanto abbia cercato di difendere quest’ottava stagione di Game of Thrones, di cercare un senso, un nesso, una teoria che spiegasse l’assurdità di certe scene. Ecco, con la puntata 8×05 tutto questo è morto, è morta la storia che ci ha portati fin qui e questa recensione non può che essere disastrosa.

Questa puntata aveva tutto: due Mad Queen pronte a farsi la guerra. Il più grande set mai realizzato per ricostruire le vie di Approdo del Re (che di solito sono quelle di Dubrovnik ma sapete com’è, non si poteva dar fuoco a una città vera). Il più alto numero di stuntman letteralmente a fuoco su un set. I migliori attori della serie (Peter Dinklage, Lena Heady, Nikolaj Coster-Waldau) finalmente tutti e tre protagonisti. La migliore performance perfino per Emilia Clarke fino ad ora. Tutto in fumo. Letteralmente. Perché puoi avere un budget miliardario, ma se non hai una storia non ce l’hai. Punto. Ecco cosa è mancato in questa ottava stagione e soprattutto in Game of Thrones 8×05, che chiude i conti in maniera abbastanza chiara su come finirà la serie: la storia non c’è. Manca l’anima, mancano le motivazioni per compiere delle azioni che non siano il puro gusto di stupire e stravolgere le aspettative del pubblico. Anche con gesti e decisioni illogiche e completamente out of character.

Tutti i personaggi out of character in questa puntata

Lo so a chi state pensando: a Jaime Lannister. Credetemi, anch’io sto pensando a Jaime. Sto pensando che la sera di domenica ero su Tumblr con centinaia di fan di tutto il mondo a fare la VEGLIA affinché Jaime-Captain-Dumbass-Lannister non morisse. Ma se state pensando SOLO a lui, state sbagliando: quasi tutti i personaggi sono out of character in questa puntata. Vediamoli uno per uno.

Varys

Uno dei personaggi più fighi de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, Maestro dei Sussurri, sopravvissuto a infinite guerre e sovrani grazie alla sua abilità di spia. Racconta a mezzo mondo che vuole tradire Daenerys, compreso a quel baccalà di Jon Snow. Applausi.

Tyrion Lannister: il disastro idi Game of Thrones 8×05

Il mio personaggio preferito since day one, e sicuramente IL personaggio preferito dalla maggior parte dei fan di GoT. Tradisce Varys senza motivo, poi tradisce Daenerys, poi invita Jaime a salvare Cersei. Ma non è stato lui, nella puntata precedente, a notare quanto fosse felice suo fratello con Brienne? Il primo ad accorgersi che ci fosse qualcosa tra loro? Non è sempre stato lui a riconoscere l’intrinseca bontà di Jaime e quanto sarebbe stato diverso lontano da Cersei? Non ha parlato con Cersei alla fine della scorsa puntata e ha visto con i suoi occhi che lei NON vuole arrendersi, neanche per il figlio che porta in grembo? Ora vuole che vivano per sempre felici e contenti a Pentos? Il Tyrion dei libri avrebbe liberato suo fratello, sì, per prenderlo a schiaffi con la sua stessa mano d’oro e costringerlo a riportare le chiappe al nord al volo.

Daenerys Targaryen

Che sarebbe discesa nel lungo cammino verso l’eredità di papino il Re Folle era evidente. Occhio alla prima stagione, a come reagisce sia alla morte di suo fratello che alla morte del bambino che porta in grembo. Occhio al modo in cui brucia città intere e crocifigge gente a caso. Erano schiavisti, sì, ma è veramente così che si comporta un personaggio intrinsecamente buono? No. #MadQueen forever. Però c’è un però: ‘sta ragazza o è pazza o non lo è. E sembra che lo sia. Allora perché non uccide Jon e Tyrion, dopo aver minacciato di farlo letteralmente in ognuna delle ultime 5-6 puntate? Perché Jon e Tyrion ci servono per mandare avanti la trama, amen.

Jon Snow-Stark-Targaryen-Tutte Cose

Lui forse è vagamente in character, ma di certo non è il Re di cui i Sette Regni hanno bisogno (e che la serie tv vuole santificare come monarca perfetto). Tra tutti i personaggi di Game of Thrones, e ci sto mettendo pure Frittella, ci sto mettendo pure il cavallo bianco di Arya, è letteralmente il meno adatto a governare. Se c’è una cosa che questa serie tv ci ha insegnato meglio dei libri di George R. R. Martin, è che Jon è uno scemo. Non ha mai vinto una battaglia grazie alla propria strategia militare (sempre solo grazie ad aiuti esterni o colpi di fortuna). Manco per sbaglio si rende conto di chi siano le persone che lo circondano neanche se si mettono un cartello con su scritto “sto per tradirti”; non capisce nulla di politica ed è assolutamente il peggiore a giocare al gioco del trono. Avanti un altro, grazie.

Jaime Lannister, il dolore più grande di Game of Thrones 8×05

Mio dio, Jaime. Jaime. Non è assurdo che Jaime torni da Cersei. In fondo, George R. R. Martin ha parlato di lui come del suo studio sull’animo umano e sulla possibilità (o meno) di una redenzione dai propri peccati. Non è assurdo che questo studio conduca a capire che no, una redenzione non è possibile. L’assurdità è il COME. In questa puntata Jaime dice che non gli è mai importato della gente comune, innocente o meno. Boh, se lo sarà dimenticato che tutto il suo arco narrativo ruota attorno all’essere ingiustamente considerato uno spergiuro, quando ha ucciso il Re Folle proprio per salvare la popolazione di Approdo. Va bene. A tal proposito, si è anche scordato come ha fatto, nella puntata 8×03, a sopravvivere a un esercito di non morti e contemporaneamente salvare più volte Brienne, visto che qui prende due spadate nel ventre da un personaggio che non ha mai dimostrato doti di grande spadaccino.

Euron Greyjoy

A proposito di dimenticanze, anche l’insopportabile Euron ha qualche vuoto di memoria. Deve aver dimenticato che letteralmente una puntata fa ha lanciato tre arpioni a un drago senza mancare un colpo. Va bene l’effetto sorpresa (che richiama inoltre l’attacco di Aegon il Conquistatore ad Harrenhal), ma una volta passata la sorpresa NESSUNO degli scorpioni riesce a raggiungere Drogon. Tutti in fumo. Tranne lui, ovviamente, che deve regalarci l’inutilissimo Dane Bowl. La scena più patetica della puntata, ma c’è da dire che gli abitanti della Danimarca si saranno divertiti a guardare due dei loro attori più famosi e amati darsele di santa ragione in mondovisione. Ok.

Arya Stark o nessuno?

Personaggio amatissimo da tutti, ma non particolarmente da me, l’arco narrativo di Arya è stato il più altalenante di questa ottava stagione di Game of Thrones. Vuole stare con la sua famiglia e poi fare il lupo solitario, ama Gendry ma ama di più la vendetta, però dopo aver attraversato mezzo continente per ottenerla Sandor le dice “Lascia stare” e lei fa “Ok”. Ok, Arya. Tutto ciò unicamente perché potessimo vedere un personaggio amato testimone degli orrori della guerra su quei poveri innocenti di cui tanto si è parlato. Ruolo che potevano avere benissimo Tyrion, Davos o Jon.

Sandor Clegane/Il Mastino

Oooooh. UNICO vero personaggio della puntata 8×05. Trova il fratello, lo prende a zaccagnate, si fa prendere a zaccagnate, ci regala l’orrida visione della morte di Oberyn nel caso fosse uscita dai nostri incubi, affronta le sue paure e vola in mezzo al fuoco. Vai, Sandor, insegna agli angeli a morire perbene prima che ti distruggano irrimediabilmente il personaggio.


Gregor Clegane/La Montagna e la peggior CGI di Game of Thrones 8×05

Ma che è? Ma veramente con tutto quel budget non sono riusciti a dargli un aspetto più realistico e meno somigliante a un Varys in via di putrefazione? Boh. Però ha spatasciato Qyburn al muro, unico vero momento di gioia in questa maledetta puntata, e quindi gli si vuole bene.

Cersei Lannister

Non una regina, LA regina. Dalla prima alla (pen)ultima puntata. Seppur non tra i miei personaggi preferiti, è senza dubbio uno dei più interessanti e ha la fortuna di essere interpretata dalla migliore attrice del cast. E quindi ha avuto 15 minuti di screentime in totale in quest’ultima stagione. Due volte su due, si è scordata di aver dato l’ordine di uccidere i suoi fratelli perché in fondo è una tenerona (???) e chi se ne frega se Jaime l’ha tradita in tutti i modi possibili. La Cersei dei libri, la Cersei delle stagioni precedenti, Jaime lo avrebbe fatto a pezzettini e se lo sarebbe gustato come ultimo pasto prima di morire da vera Queen. Imbattuta, tra l’altro, visto che alla fine non la ammazza nessuno. 10 anni di teorie sul Valonqar, bye bye.



BONUS Brienne di Tarth: devastare un personaggio assente in Game of Thrones 8×05

Tra le mirabolanti imprese di Game of Thrones 8×05, figura anche quello che sembra un miracolo. Sono riusciti a distruggere il primo personaggio femminile non stereotipato nella letteratura fantasy SENZA NEANCHE FARLA COMPARIRE. Perché se questa puntata ci ha dimostrato che i miei gusti in fatto di uomini letterari sono rimasti più o meno gli stessi di quando avevo 16 anni (con gli occhi verdi, irrecuperabilmente idioti, del genere sono-certa-di-poterlo-cambiare), ciò rende Brienne di Tarth una Giovanna di 16 anni. E no, questo non se lo meritava, povera Brienne.