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5 mesi dopo aver assistito alla sua conferenza stampa – al Festival del Cinema di Venezia – ho finalmente visto A Star is Born. Il pericolo per me, in questi casi, è sempre lo stesso: quando mi viene detto insistentemente che dovrei guardare un film, seguire una serie tv o leggere un libro, quando ovunque non si fa che parlare di quel prodotto di intrattenimento, inevitabilmente perdo interesse. Sono arrivata a guardare A Star is Born in un momento in cui l’equilibrio tra beh, se ne parlano tutti dev’essere davvero fighissimo e cavolo, già lo odio ‘sto film era delicatissimo. E alla fine non l’ho odiato. Ma non l’ho neanche amato. Un bel film, ecco, né più né meno.

A Star is Born: cosa ha funzionato e cosa no

Com’è alla fine, A Star is Born? Un buon film, che probabilmente dimenticherò presto e che certamente non merita l’Oscar, ma un buon film. Certo c’è da considerare che si tratta di due debutti (quello di Bradley Cooper alla regia e di Lady Gaga come protagonista di un film), e qualcosa ha funzionato, qualcos’altro no.

ATTENZIONE SPOILER!

La trama di A Star is Born

Il film che Bradley Cooper ha scelto come suo debutto dietro la macchina da presa è la quarta versione cinematografica di A Star is Born. E io non ho visto le altre tre (se non qualche spezzone del film con protagonista Barbra Streisand), eppure già così per almeno metà film ho avuto la sensazione che questa storia mi fosse già stata raccontata mille volte. Lui scova lei sul palco di un pub durante una drag night, lei salva lui dall’abisso di alcool, depressione e solitudine da rockstar maledetta (ma non completamente), il successo si mette di mezzo mentre una stella nasce e un’altra, inesorabilmente, si spegne. I cambiamenti alla sceneggiatura, più adatta a un film del 2018, non bastano a dare freschezza alla trama. Piantatela di rifare film già visti e rivisti, grazie, ciao.

Bradley Cooper e Lady Gaga

Che questo sia il primo film di Lady Gaga si vede, eccome se si vede. Nonostante il palmarès di premi già vinti e la possibilità dell’Oscar all’orizzonte, la cantante continua ad essere più una cantante che un’attrice. Una buona prova la sua, considerando che si cimenta qui per la prima volta in un film (ha già lavorato come attrice in tv nella premiata American Horror Story), ma non certo una performance da Oscar. Ancora troppo evidente la differenza tra le scene recitate e quelle cantate – lì sì che brilla, la stella di Lady Gaga. A vincere però è la chimica evidente tra i due attori protagonisti. Bradley Cooper ha capito Stefani Germanotta (così la chiamava sul set, con il suo vero nome), e dopo il documentario Netflix lei è sempre più pronta a spogliarsi dei panni della performer e diventare se stessa. Splendido lui, intenso e convincente anche nel cantato.


Shallow
e la colonna sonora

Già hit musicale, dopo averla sentita all’interno del film sono ancora più convinta che Shallow vincerà – meritatamente – l’Oscar come miglior canzone del 2019. Potente e vulnerabile, ha una melodia che rimane in loop per giorni e un testo profondo e significativo, come tutte le altre tracce della colonna sonora. Sempre perfettamente in linea con le scene, ogni canzone è di per sé un successo e la scelta di registrarle dal vivo (al Coachella 2017, dietro stretta sorveglianza del pubblico per evitare che trapelasse qualcosa) ha reso le scene musicali del film più autentiche.

Jackson e l’acufene

Un plauso speciale va ai tecnici del suono, per quella splendida scelta di inserire l’acufene del protagonista nel sonoro del film. Avevo sentito parlare di A Star is Born per mesi, ma solo guardandolo ho scoperto che il protagonista soffre di una delle mie patologie. L’acufene, quel rumore nelle orecchie che a volte è fisso a volte intermittente, a volte è fischio e a volte sussurro, a volte sciabordio, ma sempre in grado di fare impazzire chi ne soffre. Ne ho parlato ieri con le amiche che combattono con me la fibromialgia: questo è uno dei disturbi che più di tutti viene snobbato dai medici. Il primo otorino che mi visitò disse che i miei erano capricci, non era possibile che il fischio fosse così forte da impedirmi di sentire la tv accesa. Che se fosse stato così sarei impazzita. E infatti impazziamo, io e tutti quelli che come me soffrono di questo disturbo. Che si fa sempre più invadente in mestieri come quello di Jackson, perché è difficile seguire il ritmo e sentire la base con quel rumore costante nelle orecchie.

Il team che ha curato il sonoro di A Star is Born è stato bravissimo a ricreare quel fastidio, tanto che, lo ammetto, fino a metà film ero convinta che fossero le MIE orecchie a riprodurlo, come sempre. Invece sono quelle di Jackson, e il film distorce la percezione della realtà da parte del cantante sofferente in maniera perfetta.

I costumi di Jackson e Ally

Capiamoci su questa cosa: il personaggio interpretato da Lady Gaga è una ragazza insicura, principalmente del proprio aspetto fisico (questa è una delle caratteristiche principali di Ally, attorno alla quale ruotano importanti momenti di dolcezza e di conflitto nella coppia di protagonisti). Allora perché va in giro vestita da Britney Spears nel ’98, anche quando è sola in casa con suo papà? E poi quando cavolo è ambientato ‘sto film? C’è Youtube e ci sono i social network, ma quei vestiti così fuori contesto da distrarre completamente. Bellissimi invece i look di Bradley Cooper, perfetto nei panni della rockstar maledetta.

I dialoghi

I dialoghi di A Star is Born sono banali al loro meglio, e virano al trash in alcuni momenti clou. Io ancora devo capire come abbiano fatto frasi tipo “Perché mi hai rubato la voce?” e “Devi dire quello che hai da dire, c***o, perché solo gli angeli lo farebbero bene come te” a finire in un film candidato all’Oscar per la miglior sceneggiatura.

Sam Elliott

Ragà, ma da quale universo alternativo è uscito Sam Elliott? E come fa a essere così perfetto in qualsiasi ruolo? Come fa a emanare una saggezza d’altri tempi anche quando dice due battute in croce? Straordinario. Però scusa Sam, quest’anno l’Oscar tocca a qualcun altro. Scusa, prima o poi te lo diamo, dai.

Il finale di A Star is Born

Non so, ragà, ve lo posso dire? Avete pianto tutti sul finale di A Star is Born ma io no. E io piango pure quando guardo Bojack Horseman. L’unica cosa emozionante è stata l’interpretazione di Lady Gaga nell’ultima canzone. Perché lei è una grande cantante, appunto, e perché ha girato quella scena il giorno dopo la morte di una sua cara amica. Ma non perché la morte di Jackson sia così inaspettata e/o coinvolgente, scusatemi, sarò una st****a, non so.