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La sfilata Gucci ad Arles, oltre a segnare un record nel mondo della moda, ha portato ancora i riflettori sulla figura di Alessandro Michele.

 

Sfilata Gucci ad Arles, l’ultimo capolavoro di Michele

Solo una cosa possiamo aspettarci dalle sfilate Gucci firmate Alessandro Michele: il buzz di chiacchiere che generano ogni santa volta. Anche per la collezione Gucci cruise primavera estate 2019 è andata così, a partire dalla location fino al mix and match, estroso e colto come sempre, di capi e ispirazioni. 

Alessandro Michele ha scelto i Campi Elisi ad Arles, in Francia, per la sua sfilata Gucci tra paradiso ed inferno. Un luogo suggestivo, citato da Dante nel IX Canto dell’Inferno, patrimonio dell’Unesco, per tradizione città delle anime trapassate. L’atmosfera è proprio quella a metà tra un girone infernale e le porte del paradiso, sottolineata dal Vespro della Beata Vergine di Claudio Monteverdi. E non a caso il compositore, prolifico tra il 1500 e il 1600, ha avuto un exploit su Spotify negli ultimi giorni. Questo è il potere di Alessandro Michele e di questa nuova era Gucci. L’universo immaginifico del direttore creativo pesca dal passato e rende cool l’estetica decadente, nella sua moda e in tutto ciò che la riguarda. 

Millennial e non continuano ad essere affascinati dal ricco mix di barocco e pop culture, stile gotico e femminilità, athleisure e decorativismo che sembra ispirare un fiume di collezioni firmate Gucci by Alessandro Michele. L’atmosfera infernale della sfilata Gucci cruise 2019 si traduce in una palette multicolor che mescola texture sorprendenti, per una sensazione materica che è ormai la firma del designer di Gucci. Tessuti nobili, dal pizzo all’organza, dalla seta al velluto, incontrano il ruvido denim, la pelle e il knitwear. Il tutto, come accade da quando Michele ha preso le redini della griffe, assemblato in styling sorprendenti, quasi casuali, che accumulano volumi, forme e tessuti e li magnificano con accessori bizzarri. 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto da Marieclaire.com e Vogue.com