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Laura Biagiotti è morta stanotte ed è difficile scrivere qualcosa per dirle addio. La Signora del Cashmere, che per prima ha esportato il made in Italy in Cina e ha reso il bianco un colore-feticcio dagli innumerevoli significati, dopo un malore con arresto cardiaco è stata ricoverata all’ospedale Sant’Andrea di Roma, dove già giovedì era stato dichiarato lo stato di morte celebrale. Stanotte se n’è andata, lasciando in eredità alla figlia Lavinia un impero della moda italiana e la sua filosofia. 

«L’abito è espressione comportamentale del nostro modo di essere per esprimerci al meglio o anche, al contrario, come il nostro modo di non-essere per nasconderci o proteggerci o camuffarci. Il dualismo del sé è sempre al femminile» diceva la stilista romana dietro le quinte della sua ultima sfilata alla Milano Fashion Week. Sfilata che rimane il testamento creativo di Laura Biagiotti, che a 73 anni era considerata una delle stiliste italiane di riferimento nel mondo. Dal 1972, Laura Biagiotti portava avanti l’azienda fondata da sua madre rendendola una firma del made in Italy riconosciuta a livello internazionale. Il prezioso cashmere, il bianco e una femminilità sempre misurata, contemporanea ma allo stesso tempo eterna come la città di Roma, a cui Laura Biagiotti ha dedicato anche una linea di profumi. L’universo stilistico della Biagiotti rimane oggi nelle mani della figlia Lavinia, che lo porterà avanti con l’eleganza e la classe che la Signora in Bianco ha sempre professato. 

Non posso che essere onorata di aver conosciuto la signora Laura Biagiotti, esempio di una raffinatezza d’altri tempi che guarda sempre avanti e di aver assistito alle sue sfilate alla Milano Fashion Week. Buon viaggio, Regina del Cashmere