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Mi è dispiaciuto tantissimo non essere presente allesfilate di Milano 2017, e soprattutto allasfilata di Laura Biagiottiche è per me ormai una tappa fissa della fashion week. Con l’eleganza sobria e raffinata che la contraddistingue,Laura Biagiottiha portato in passerella unacollezione autunno inverno 2017-18che si focalizza sul valore della moda. Cos’è, in effetti,la moda? Cosa ci spinge a indossare un abito o un altro? Lasfilata di Laura Biagiotticerca di rispondere a questo eterno interrogativo e lo fa con una straordinaria ricerca sui materiali e una spiccata attenzione verso la portabilità di ogni look. 

«Mi interessa l’idea dell’abito dinamico – spiega la stilista dietro le quinte della sua sfilata a Milanonon appeso alla stampella nell’armadio o appoggiato alla seggiola ai piedi del letto la sera, abbandonato come un oggetto senza vita». Ecco allora che la moda deve essere portabile, rispondere alle esigenze di donne reali che si muovono in un mondo reale. La ricerca di comfort e praticità, però, non esclude un messaggio esistenziale e filosofico, in cui dialogano forma e contenuto. «Il bello della moda è proprio questo – continua Laura Biagiottici affanniamo a cercare significati, mobilitare memoria e immaginazione e i risultati restano comunque molteplici poiché la ricerca del messaggio dell’abito è tendenzialmente senza fine». Abiti come messaggi con cui esprimere la nostra personalità, abiti come gusci per nascondere il nostro vero io. La dualità è il fulcro della sfilata Laura Biagiotti, e si snoda in una continua rappresentazione degli opposti. 

Fluidità e geometria, arte e moda, bianco e rosso: la collezione autunno inverno 2017-18 presentata a Milano accosta le diversità e le propone come forma d’espressione di una donna raffinata e contemporanea. Così le stampe degli abiti si ispirano alla perfezione formale delle statue di Canova ma anche alla celebrazione della destrutturazione di Burri. Gli abiti sono patchwork di tessuti e materiali, dal pizzo al velluto, dal tulle al panno di lana con applicazioni di paillettes e pietre dai riflessi cangianti. Su tutta la collezione domina il bianco, colore feticcio di Laura Biagiotti, ma anche il rosso è protagonista di questa sfilata. Il rigore di pullover a collo alto e cappotti di taglio maschile si scontra con la femminilità di minidress glitterati e lievi gonne di tulle, per una sensualità sempre misurata ed elegante. «L’abito è espressione comportamentale del nostro modo di essere per esprimerci al meglio o anche, al contrario, come il nostro modo di non-essere per nasconderci o proteggerci o camuffarci. Il dualismo del sé è sempre al femminile».