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In una mossa decisamente innovativa, il Festival del Cinema di Venezia ha presentato il nuovo film dei fratelli Coen. La particolarità? Si tratta di una produzione Netflix!

 
 

Lo streaming che avanza a Venezia

Il Festival del Cinema di Venezia ha colto la sua 75esima edizione per dimostrarsi un passo avanti agli altri, e in particolare un passo avanti ai cugini di Cannes. Se il dibattito sull’esclusione di Netflix tra le case produttrici del Festival d’Oltralpe ha diviso, la decisione della Mostra del Cinema di Venezia di non porre questo limite ha pagato.

I mezzi dell’intrattenimento e della cinematografia cambiano, e Venezia non ha paura di guardare al futuro (anzi, diciamolo: al presente). Così in concorso al Festival del Cinema ci sono ben 3 film di Netflix (The Ballad of Buster Scruggs dei fratelli Coen; 22 July che sarà presentato oggi; Roma di Alfonso Cuaron, tra i super favoriti per il Leone d’Oro). Senza parlare dei titoli fuori concorso e di Sulla mia pelle, presentato in apertura del Festival e dal 12 settembre sulla piattaforma Netflix per chiunque volesse vederlo. 

Il nuovo film dei fratelli Coen

Insomma, torniamo all’ultimo film dei fratelli Coen: il delizioso, umoristico, dissacrante The Ballad of Buster Scruggs. Erroneamente si è detto che il progetto iniziale fosse quello di scrivere una serie tv per Netflix, ma il duo di registi di Minneapolis ha chiarito in conferenza stampa. Questo è ed è sempre stato un lungometraggio.

Suddiviso in sei episodi, estremamente diversi per toni, temi e lunghezza, il film racconta sei storie di frontiera riportando l’epoca d’oro dei film western nel presente dello streaming selvaggio. Un’operazione straordinaria per un film che fa ridere e sorridere, sorprende e inquieta, realizzato grazie alla visione sempre umoristica e un po’ dark dei film dei fratelli Coen e con l’aiuto di un cast vastissimo e prestigioso. 

Da sinistra: Bill Heck, Tim Blake Nelson, Ethan e Joel Coen, Harry Melling al Festival del Cinema di Venezia

Gli episodi di The Ballad of Buster Sgruggs

Vi racconto brevemente i sei episodi:

1. The Ballad of Buster Scruggs.

Come ogni antologia che si rispetti, anche l’ultimo film dei fratelli Coen in concorso a Venezia si apre con il suo racconto migliore. L’episodio più divertente, ma anche tenero, vede protagonista uno splendido Tim Blake Nelson nei panni del pistolero canterino, tutto vestito di bianco, che parodizza il western classico con tanti cari saluti a Clint Eastwood.

2. Near Algodones, il classico West nel film dei fratelli Coen

Nel secondo episodio il protagonista è James Franco, il classico bandito del vecchio West che però si troverà ad affrontare una resistenza imprevista. 

3. Meal Ticket.

L’episodio più cupo è questo, con protagonisti Liam Neeson ed Harry Melling (che ricorderete come il terribile cugino Dudley di Harry Potter). Un impresario e un ragazzo disabile, usato come fenomeno in uno spettacolo dai toni cinici e malinconici. 

4. All Gold Canyon.

Tom Waits regna sovrano in questo episodio che racconta della corsa all’oro, della speranza disperata e incorruttibile, dei danni che l’uomo ha fatto a luoghi splendidi e unici come il canyon tutto d’oro del titolo. 

5. The Gal Who Got Rattled.

C’è spazio anche per la lovestory nell’antologia western, tra la deliziosa Zoe Kazan e il cowboy Bill Heck. Ma anche l’amore, nelle storie di frontiera, è complicato.

6. Come finisce il film dei fratelli Coen? The Mortal Remains.

L’ultimo episodio si svolge quasi tutto nello spazio chiuso di una carrozza, con cinque viaggiatori le cui chiacchiere suscitano all’inizio risate, poi inquietudine. Risplende al di sopra di tutti Brendal Gleeson, un attore tremendamente sottovalutato che qui canta anche. Se il nome non vi dice niente, anche in questo caso vi viene in aiuto Harry Potter: interpreta il burbero Malocchio Moody. 

 
 

I temi del film Netflix

Ma quali sono, infine, i temi che rendono The Ballad of Buster Scruggs un prodotto unico e coerente invece che una serie tv con episodi distinti? L’ultimo film dei fratelli Coen ha un fil rouge inizialmente difficile da individuare, ma che appare sempre più evidente man mano che gli episodi si susseguono: la morte. Con i loro toni da dark humor, sempre dissacranti e a tratti grotteschi, i fratelli Coen riflettono sulla vita e la morte e la loro imprevedibilità. 

SPOILER ALERT!

In ogni episodio muore almeno un personaggio. A volte in modo buffo, a volte tragico, a volte per caso o per un errore. E la filosofia della caducità della vita e di come la morte sia, in fondo, un elemento imprescindibile dalle nostre esistenze, è esplicitato proprio nell’ultimo episodio. In fondo la tagline del film di Netflix (che arriverà sulla piattaforma il 16 novembre) è “Stories live forever. People don’t“. Cioè “Le storie vivono per sempre. Le persone no“. 

P.s. Durante la proiezione per la stampa di The Ballad of Buster Scruggs, Guillermo del Toro è entrato a sorpresa a rivedere il film. Che sia un indizio sulla preferenza del presidente della giuria del Festival del Cinema di Venezia?

Ethan Coen, Bill Heck, Tim Blake Nelson e Joel Coen sul red carpet