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Oggi è tutto un gran parlare della querelle Gucci vs. Grecia. Niente incidenti diplomatici, per fortuna, ma il Paese ellenico ha rifiutato la proposta di Alessandro Michele di organizzare la sfilata Gucci all’Acropoli di Atene. E forse non sarebbe una notizia così clamorosa, se non fosse per l’assurda motivazione. “Il carattere culturale unico dei monumenti dell’Acropoli è incompatibile con questo genere di eventi”, si è pronunciato ufficialmente il Consiglio centrale archeologico greco (Kas)*. Cioè adesso moda e cultura non vanno d’accordo? E da quando? Dove sono stati i greci nell’ultimo secolo, mentre in tutto il mondo la moda si ispirava all’arte e l’arte alla moda, e le due convivevano pacificamente in musei e siti archeologici dando vita a spettacoli mozzafiato? Boh. Quel che è certo è che, motivazioni culturali a parte, rifiutando di ospitare Gucci sull’Acropoli di Atene, la Grecia ha rifiutato anche i 2 milioni di euro che la casa di moda avrebbe versato nelle casse dello Stato in 5 anni, garantendo così investimenti e restauri a un Paese che da anni vive una gravissima crisi economica. Più della crisi potè l’orgoglio? Sì, ma un orgoglio insensato e controproducente. 

Io vengo da Agrigento, “la più bella città dei mortali” come la definì Pindaro, con la sua splendida Valle dei Templi. Uno dei siti archeologici meglio conservati della Magna Grecia. Per me luogo di immenso valore affettivo, per i turisti di costante stupore e meraviglia. Agrigento non è mai stata capace di valorizzarsi, negli anni non ha saputo incentivare il turismo e oggi ne paga lo scotto. Ma gli ultimi due anni hanno visto svolgersi proprio nella Valle il Google Camp, ritrovo di magnati della finanza e star che tra i templi greci hanno mangiato i buonissimi prodotti della mia terra e ascoltato le esibizioni di John Legend e di Andrea Bocelli. Pagando 100.000 euro per l’affitto dell’intera Valle. Nel 2015 l’evento ha avuto un tale successo che Google ha scelto di nuovo Agrigento l’anno successivo. Che sia questa la formula magica per mettere un gioiello dell’Antica Grecia sotto i riflettori del mondo intero? Pare di sì, perché la Valle dei Templi ha vinto quest’anno il Premio nazionale del Paesaggio ed è candidata a quello europeo. Qualcuno si è accorto della bellezza che possediamo. Ecco allora che, nella questione Gucci – Grecia, si inserisce sapientemente Agrigento. Il direttore del sito archeologico Giuseppe Parello e il sindaco Calogero Firetto, infatti, hanno invitato ufficialmente Alessandro Michele e il suo team a organizzare la sfilata Gucci nella Valle dei Templi. “L’archeologia ad Agrigento non è statica, ma pulsa di vita, attraverso la creatività di uomini e donne, che nell’arte, nella poesia, nella letteratura, nella scienza, nelle attività produttive, con un carattere fortemente innovativo e nel rispetto dei luoghi, riescono a legare magicamente classicità e contemporaneità” ha dichiarato Firetto. E come posso non essere d’accordo con lui? 

Abbiamo ancora impresse negli occhi e nel cuore le immagini della splendida sfilata Fendi alla Fontana di Trevi: quando si aggiunge bellezza alla bellezza non si può mai creare qualcosa di negativo. Senza contare che, in quel caso, Fendi finanziò il totale restauro di uno dei monumenti più iconici di Roma. “Da noi – taglia corto Parello – solo bambini e scuole entrano gratis. Per queste iniziative bisogna pagare, e pagare tanto”. Ho la sensazione che Gucci non avrebbe nulla da ridire, avendo fatturato 4,37 miliardi nello scorso anno mentre il mondo del lusso va lentamente in crisi. 

E poi comunque, se dovesse venire ad Agrigento, assicurerò ad Alessandro Michele una bella cena a base di pesce fresco e limoni di campagna. A casa mia, ovviamente. 



*Notizia riportata dall’ANSA